Quella di sabato 25 maggio 2013 è stata una serata speciale per il circuito dei musicisti blues veneti. Nella splendida cornice del teatro Sociale di Cittadella, vero gioiello architettonico, si è tenuto un concerto tributo al grande Raffaele Bisson, musicista egli stesso, bluesman di razza, studioso e profondo conoscitore della musica e della cultura afroamericana.  Raffaele venne a mancare a soli 52 anni nell’aprile di due anni or sono, dopo una lunga malattia affrontata con il coraggio e la tempra che gli erano propri. La moglie Anita ha voluto ricordarlo in occasione di quello che sarebbe stato il suo compleanno, e lo spirito della serata è stato proprio quello di festeggiare Lele, nel modo che sicuramente lui avrebbe preferito, con la sua musica suonata dai suoi amici e numerosi discepoli. 

 

Raffaele infatti è stato, oltre che un musicista di qualità, un divulgatore (si vedano i suoi numerosi articoli scritti per la storia rivista “Il Blues”), uno scopritore di talenti, un vero appassionato e cultore del blues. Con il suo esempio, la sua energia, la sua passione, assieme all’altro grande nume tutelare del blues made in Veneto, ovvero Claudio Bertolin, ha fatto proseliti e cresciuto generazioni di musicisti che oggi camminano, e bene, con le loro gambe. Uno per tutti, quel Marco Pandolfi che con i suoi dischi ed i suoi tour ottiene continui e prestigiosi riconoscimenti in Europa e negli Stati Uniti. 

 

Sul palco del teatro Sociale di Cittadella si sono alternati gruppi provenienti da ogni parte del Veneto e non solo. Nell’ordine: Paolo Mizzau & the Doctor Love Band, da Pordenone, Andreino Cocco con Little Paul Venturi e Pio Rossi, da Bologna, Four Fried Fish, dalla provincia di Vicenza, Marco Pandolfi, originario di Noventa Vicentina ma ormai cittadino del mondo, Alice Violato e Paolo Bacco, da Rovigo, Claudio Bertolin Blues Band, da Padova, con lo special guest Pietro Taucher all’Hammond, Folk Studio A, da Vicenza, gruppo la cui cantante è Anita Nascimben, moglie di Lele, Paolo Cerato, pianista bassanese trasferitosi in Irlanda e tornato in Italia per l’occasione, South Side Blues Band, da Padova. 

La serata è stata uno straordinario successo di pubblico che ha tributato ai musicisti che si sono alternati vere e proprie ovazioni. Oltre tre ore di musica possono essere tante per un pubblico variegato, costituito non soltanto da appassionati di blues, ma tutti sono rimasti in sala fino alla splendida jam che ha concluso la serata. Sullo schermo dietro al palcoscenico scorrevano immagini di Raffaele, durante le sue esibizioni,  con i numerosi compagni di strada che l’hanno accompagnato in tanti anni di musica. Dai fidi compagni armonicisti Andreino Cocco, Giovanni Lunardon, Marco Pandolfi, con cui suonava in duo, alla Downhome Blues Band, gruppo elettrico che fondò che nella seconda metà degli anni 90 assieme al suo amico Claudio Bertolin. Artefici principali del successo, naturalmente, i musicisti, i quali hanno risposto con grande disponibilità e gratuitamente all’appello ed il risultato è stato sotto gli occhi di tutti. Nessuno ha peccato di protagonismo, tutti hanno capito lo spirito della serata, nessuno si è lamentato per la collocazione in scaletta o per il poco tempo riservato alla sua esibizione.

Come ha detto uno spettatore al termine della serata, non solo hanno trasmesso sensazioni che soltanto il Blues può dare, ma hanno dimostrato quale sia il valore della vera amicizia. Il popolo del blues non tradisce mai.

Riccardo Crivellaro

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