Ci sono appassionati di musica che rimangono tali anche quando frequentano l’ambiente musicale per farne un lavoro, anche se pochi per la verità. In quelle persone abbiamo sempre confidato per la distribuzione di un disco o nel proporre dal vivo, con tutti i rischi del caso, un artista che per svariati motivi difficilmente vedremmo in Italia. Una di quelle persone è Gianni Ruggiero che attraverso la sua agenzia “Groove Company”, quando gli viene data l’occasione organizza anche concerti di artisti di musica neroamericana, alcuni dei quali purtroppo da noi conosciuti da una ristretta cerchia.

Foto di Matteo Bossi

Ora Gianni Ruggiero e la nota Barley Arts, hanno unito le forze per una collaborazione inaugurata con l’atteso concerto di Lee Fields & The Expressions. Dopo anni di tournèe europee che escludevano costantemente tappe italiane, il ghiaccio è stato spezzato il 30 ottobre scorso, al club milanese Serraglio. Lee Fields è un soulman navigato, valorizzato con una serie di bei dischi editi dalla Truth & Soul di Leon Michels e Jeff Silverman, sovente con la complicità del produttore e strumentista Thomas Brenneck. Dopo l’intro strumentale dei The Expressions, gruppo di sei giovani musicisti bianchi con fiati e una sezione ritmica efficace, ecco Fields prendere possesso del palco e dar vita ad un’ora e un quarto di soul e r&b, diretto e sudato, come dovrebbe sempre essere.  E’ una figura minuta, ma come cantante è impeccabile e dal vivo mostra una dinamica vocale più ruspante, unita ad una padronanza scenica, coinvolgendo il pubblico con maestria. Il repertorio è in larga parte attinto dall’ultimo disco, “Special Night”, (andato a ruba in formato LP), pezzi trascinanti come “Work To Do” o romantici come la ballad “Never Be Another You”. Recupera anche qualche pezzo da lavori precedenti, come “Just Can’t Win”, “non si vince mai al casinò, vince sempre il banco”, dice Fields introducendola, e ancora la splendida “Faithful Man”.

Foto di Matteo Bossi

Spazio anche ad un singolo di recente pubblicazione, “Time” e a canzoni di speranza, “Make The World”, “sono un ottimista, penso che possiamo rendere il mondo un posto davvero migliore”. Forse ogni sera è speciale per Fields, di certo lo è stato il suo concerto, si può ben inscrivere nella categoria di performer che trasmettono senza filtri la propria musica con passione e credibilità assolute. Ci auguriamo che questa data possa essere il preludio a molte altre future, voci soul così, specialmente dopo le recenti perdite di Otis Clay, Sharon Jones e Charles Bradley, si fanno sempre più rare

 

 

                                                                                                     Matteo Bossi  e Silvano Brambilla

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