dave specter

E’ sempre un piacere ascoltare questo chitarrista di Chicago nato nel 1963, relativamente giovane in quel gerontocomio che è la scena Blues, che ha al suo attivo 13 albums, in maggioranza lavori di ottima se non eccellente qualità. Caposaldo Delmark, sound cristallino e raffinato, belle chitarre, un musicista empatico, il che non guasta, che spesso indossa un giaccone in pelle marrone.

A tempo perso anche fotografo di buone intuizioni. Dave Specter ispira eleganza come il suo fraseggio, in un tempo nel quale la compostezza è considerata un reato, tanto che viene talvolta etichettato come chitarrista Jazz. Specter in passato ha collaborato con cantanti rinomati: Otis Clay, Lenny Lynn, Tad Robinson, Barkin Bill Smith, Lynwood Slim. Questo Live At Space dall’omonimo club in Evaston, Illinois, è un album nella scia dei precedenti, una sezione ritmica di sostanza, Marty Binder e Rodrigo Mantovani, e un alter ego, Brother John Kattke, un chitarrista, organista,cantante, poco conosciuto nonostante regga il lunedì al Buddy Guy’s Legend, con il quale si divide il ruolo di cantante.

Via dunque con una sequenza di trascinanti shuffles, midtempo e slow blues dove Specter sfodera il suo grande talento ben spalleggiato da Brother John. Si scalda l’atmosfera con un inizio sofisticato “Rumba and Tonic” e “Alley Walk” per passare ad un classico “Homework” dove si possono apprezzare le capacità vocali di Specter, eppoi via con il primo shuffle “Blues From The Inside Out” (ancora lui al canto), esercizio dal quale si capisce che Specter ha pochi eguali.

Blues notturno, come si dice, “On Your Way Down” con Specter assecondato da Brother John al piano. “March Through The Darkness” è un Soul Blues mentre con “Chicago Style”, un inno al Chicago Blues, si torna allo shuffle con Specter e Brother John imperversanti. Altro classico,  “Same Old Blues” con Brother John al canto. Segue “The Stinger” con una gran parte di organo di Brother John, su un tappeto notevole di ritmica. Si continua così  fino al finale “Ridin’ High” uno shuffle da togliere il fiato, con Specter che guida la band al tripudio finale. Tutti gli aspiranti chitarristi di Blues dovrebbero esercitarsi su questo pezzo! Forse in questo disco non troverete grandi novità ma non c’è niente da scartare, mai un momento di stanchezza, è tutta buona musica suonata da grandi musicisti.

Post Scriptum: Specter ha inciso con Billy Branch “The Ballad of George Floyd” che potete trovare anche in video.

Luca Lupoli

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