Antonio Palatini - Dolomiti Blues & Soul

Incontriamo Antonio Palatini, tra i fondatori (unico ancora attivo in tal senso) dell’associazione culturale San Vito Blues&Soul, nata a San Vito di Cadore nel 2006 e quindi prossima a compiere i 20 anni di attività con il festival Dolomiti Blues&Soul. Questa Associazione ha saputo distinguersi per dinamicità e voglia di portare un valore aggiunto, dal punto di vista culturale, ad un territorio come le Dolomiti ed il Cadore. Nel 2024 le diverse iniziative organizzate dall’Associazione sono state distribuite in ben 136 giorni. Abbiamo brevemente ripercorso con Antonio la storia di questo Festival e lanciato anche uno sguardo verso il futuro.

Intervista sul Dolomiti Blues&Soul ad Antonio Palatini

Raccontaci di quando e come è nata l’idea di Dolomiti Blues & Soul

Il festival è nato, per volere di alcuni appassionati, a metà degli anni ’90, con 3 edizioni negli anni 95, 96 e 99, e successivamente è stato messo nel baule dei bei ricordi. Nel 2005, ho deciso di riprendere la manifestazione tirandola fuori da quello stesso baule. Il tutto si svolse in una sola serata, i tempi erano cambiati e non ebbe un grande successo. Comunque decisi di andare avanti e, da allora, ogni anno ha avuto la sua edizione, anche nel 2020, in pieno covid. L’edizione appena conclusa è stata la 24a. Non è certo stato facile, quasi sempre in salita, ma programmandone la crescita  con pazienza e determinazione abbiamo portato il festival ai vertici nazionali delle manifestazioni dedicate alla musica e cultura afro americana.

Un festival giunto alla 24esima edizione, ne avete fatta tanta di strada, magari hai qualche aneddoto o racconto particolare di questi 24 anni?

Ebbene si, 24 edizioni di una manifestazione sono molti e molti possono essere gli aneddoti e i racconti  nati durante questi anni. Abbiamo fatto molta strada da allora e non è certo stato facile, non nascondo che a volte sono stato sul punto di mollare tutto. Sono contento di non averlo fatto,  d’altra parte sono un testardo, voglio solo sottolineare che in cambio ho ricevuto certamente l’entusiasmo del pubblico ai nostri concerti. Ci fa molto piacere quando, spettatori che vengono ad assistere per la prima volta, ci fanno i complimenti per l’alta qualità delle proposte musicali. Oltre che presidente seguo anche la direzione artistica e sto molto attento alla programmazione. Anche quest’anno, su 20 concerti, non ce ne è stato uno uguale all’altro. Il festival vuole essere un percorso culturale, spaziando in tutte le direzioni, mantenendo comunque un legame con la musica afro americana.  La parola d’ordine del festival è contaminazione, credo che qualsiasi forma d’arte debba crescere, cambiare abito, contaminarsi, per poter avere un futuro. La contaminazione, nella musica, come in qualsiasi aspetto della vita, culturale e sociale, deve sempre rappresentare una risorsa importante. Un rammarico però ce l’ho, dai feed back che ci giungono, godiamo della massima  considerazione a livello nazionale e siamo conosciuti anche oltre confine. Ecco, ci piacerebbe che un po’ di considerazione ci arrivasse anche da quel territorio in cui siamo nati e che attraverso la manifestazione continuiamo a promuovere.  Ma come dicevano i latini che la sapevano lunga: nemo profeta in patria

Dolomiti Blues&Soul Festival 2025

Dolomiti Blues&Soul Festival 2025

Quali sono stati gli elementi principali di questa edizione 2025?

L’edizione 2025, ha toccato 11 comuni, dell’alta provincia di Belluno e un comune del Friuli. E’ iniziata il 12 luglio e finita il 24 agosto.  20 concerti più alcuni eventi collaterali.  Il festival ha confermato la sua natura itinerante, portando la musica in borghi caratteristici, siti storici, segherie, piazze storiche. Il tutto proponendo la massima qualità possibile, sotto tutti i punti di vista. Molti artisti, durante gli anni, hanno lodato la nostra organizzazione. Da sempre la natura e il fine della manifestazione è proprio questo: scoperta del territorio, delle sue tipicità ed eccellenze. La musica anche come volano turistico, visto il pubblico sempre più numeroso che arriva da fuori in occasione della manifestazione. Credo che il nostro territorio debba sempre distinguersi  nell’offrire la massima qualità in ciò che propone, soprattutto in questo momento storico, nel quale, quasi ovunque, impera purtroppo la mediocrità. 

Se dovessi fare un bilancio di quest’ultima edizione, cosa ti ha soddisfatto e cosa invece è mancato e su cui lavorerete, ne siamo sicuri, per il prossimo anno?

20 concerti sono molti, non è stato un’edizione facile, spesso condizionata dal mal tempo, ma il bilancio non può che essere positivo. Cerchiamo di organizzare i concerti all’aperto, approfittando dei panorami , uniamo ai concerti storia e cultura del nostro territorio. Il meteo spesso avverso ci ha costretti ad adottare il piano B, che in quanto tale non ha potuto garantire, a parte la musica, il meglio dal punto di vista dei panorami e degli splendidi scorci offerti dal nostro territorio. Il pubblico comunque  è stato sempre numeroso ed entusiasta.  Come direttivo siamo assolutamente soddisfatti di questa edizione, sicuramente abbiamo commesso degli errori, anche perchè ad ogni edizione vogliamo aggiungere qualche novità, impreziosire la manifestazione e non tutto ha funzionato come avremmo voluto. Ma non ha grande importanza,  come mi piace spesso sostenere: L’importante è fare sempre errori nuovi.

Dolomiti Blues&Soul Festival 2025

Dolomiti Blues&Soul Festival 2025

Quale è stato il momento che più ti ha emozionato di questa edizione 2025?

Se devo citare un concerto particolare non posso non tornare nel carcere di Baldenich, a Belluno, dove abbiamo chiuso il festival domenica 24 agosto. È stata un’esperienza, dal punto di vista umano, davvero forte e importante. Aver portato un’ora e mezza di musica ai detenuti, che hanno risposto in modo fantastico, è stata davvero un’esperienza straordinaria.   Ritengo che sia di più quello che abbiamo portato fuori da quelle mura rispetto a quanto abbiamo portato dentro.  Vorrei anche sottolineare in quel frangente, il rapportarsi che ho notato, con profonda umanità e rispetto, con i detenuti della polizia carceraria.  Mai ho visto un agente rivolgersi ad un detenuto senza un sorriso sulle labbra.

Progetti futuri, idee, nuove collaborazioni, puoi darci qualche anticipazione?

Vorrei cogliere questa occasione per ringraziare tutti coloro che sono, a diverso titolo, al nostro fianco nella realizzazione del festival e soprattutto la squadra che mi supporta e sopporta, persone eccezionali, disponibili  che sentono la responsabilità di portare avanti un festival che, ovviamente, crea molte aspettative. Come sempre ad ogni edizione appena conclusa inizia subito quella successiva, abbiamo diverse idee, come ho già sottolineato vogliamo che ogni edizione abbia qualcosa di diverso dalla precedente.  Il 2026 sarà un anno importante, il nostro territorio ospiterà parte delle Olimpiadi invernali, il nostro festival arriverà alla 25a edizione, la nostra associazione compirà 20 anni e io …. ne compirò 70! Credo che ci siano tutti i presupposti per un’altra grandissima edizione.

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