bo dollis

Il musicologo e saggista Robert Christgau diceva del primo LP dei Wild Magnolias: “… Avrei sempre desiderato che gli Osibisa, gli Ohio Players e perfino i Meters suonassero cosi’.” [i]  Certo sono passati 51 anni, Christgau parlava del primo LP dei Wild Magnolias dal titolo omonimo, ma quella felice intuizione resta sicuramente di attualità. Infatti la musica di questo gruppo rappresenta una scheggia dell’universo New Orleans: i Mardi Gras Indians, una tribu’ conosciuta anche come Black Masking Indians, sono parte integrante della storia indigena e afroamericana di New Orleans, immersi in radici musicali distinte, festeggiamenti carnevaleschi con complessi e variegati costumi, e generazioni che si tramandano storia orale.

Big Chief Bo Dollis Jr. ha preso le redini dei Wild Magnolias quando suo padre, Big Chief Bo Dollis Sr., è venuto a mancare nel 2015: un passaggio simbolico del testimone per proseguire la tradizione trasmessa da suo padre, il quale capeggiava i Wild Magnolias dagl’anni 60. Se il successo su scala nazionale fu limitato nel tempo, i Wild Magnolias hanno sempre proposto questo mix di ritmi africani, Funk, Jazz e Memphis: chi ama Dr. John, Allen Toussaint, Monk Boudreaux, Snooks Eaglin – gli ultimi due parte del gruppo in passato – troverà  pane per i suoi denti.

L’album decolla in verticale con “Young Time Indians/Indian Red” dove il mix succitato dispiega la sua forza.  E se il messaggio non fosse chiaro la seguente “Dance with me” ribadisce ritmi infuocati, canti e controcanti, un basso che troneggia nell’arrangiamento. La canzone omonima “Chip Off the Old Block” e’ un hard-Rhythm’n’Blues migliorato dal canto di Big Chief, ottima per andare in radio, come  “Baby, you’re cooking” mentre con “Indian here dey come” e “Shake” si torna sui ritmi della Louisiana.  Big Chief onora al meglio “A nickel and a nail”, che rivaleggia con l’intepretazioni immortali di Otis Clay e del suo autore O.V. Wright, spiriti che si manifestano anche in “You let a good thing go bad”.

Arriva anche un omaggio a Otis Redding, “Hard to Handle”, che vede un duetto con Anjelika “Jelly” Joseph. Chiude l’album “Indian here dey come reprise” … Nel disco suonano l’organista Rev. Charles Hodges, il fratello bassista Leroy Hodges ossia la vecchia guardia dei Wild Magnolias, il tastierista Archie “Hubbie” Turner e la chitarrista Lina Beach, tutti membri della Hi Rhythm Section. Da includere anche il batterista Steve Potts assieme ai produttori Martin Shore alle le percussioni, Boo Mitchell alle tastiere e Cody Dickinson (North Mississippi Allstars) alla chitarra. Con un piede in Louisiana e un altro in Tennessee, Big Chief Bo Dollis Jr. si conferma gran cantante. Dovrà trovare un modo per far convivere il suo ruolo di “capo” culturale con la forza della sua voce. Un disco sontuoso.

Luca Lupoli

[i] Robert Christgau: CG Book ’70s: W

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