Il terzo album di apre un nuovo capitolo nella storia ormai solida di Jesse Lee & The Alchemists, quintetto blues-rock parigino, confermando la reputazione costruita in precedenza. Si tratta di un lavoro che offre un’ampia varietà di atmosfere, con momenti che passano dalla forza viscerale del blues-rock a ballate dal sapore soul, mantenendo sempre alta la tensione emotiva. Sin dalle prime note di “I’m Gonna Play The Blues”, emerge un sound maturo, energico e profondamente ancorato alle radici del blues, ma contaminato da sonorità dei seventies e incursioni jazz: da sottolineare anche il testo autobiografico e il riff avvolgente dell’ottimo chitarrista Alexis “Mr. AL” Didier. È ancora lui protagonista nell’accattivante introduzione di “Show Me Your Love”, orecchiabile e assai ben arrangiata in ogni fase del brano: l’energia è la linfa vitale dell’album, che si tratti del funky-jazz di “Good Old Days Are Gone” o del blues dai sapori southern di “Sing For You”, il gruppo non smette mai di coinvolgere, sorretto dall’impeccabile sezione ritmica di Laurent Cokelaere e Stephane Minama, al basso e batteria.

Proprio a metà del dischetto veniamo colpiti da “You’re The One That I Want”, inattesa cover del classico di “Grease”, riproposto con un pizzico di ironia e libertà creativa, tra soul e improvvisazione jazzistica. Con “What I Feel” la formazione regala invece un’intensa ballata che dall’intro acustica si sviluppa progressivamente fino al trascinante assolo di Mr. Al: la voce della cantante sa avvolgere ed emozionare, come gustiamo nuovamente nella delicata “The First Man in My Life”, guidata dal pianoforte di Laurian Daire, e pure in “Oh My Love”, altro gioiellino del dischetto in cui gustare nuovamente il dialogo fra voce e chitarra. In quasi ogni traccia sembra di cogliere quello spazio per l’improvvisazione che riporta anche in studio la libertà e l’energia che caratterizzano i loro concerti: lo si sente in tracce come “Send Your Soul” o nel nervosismo rock di “What I Need”. I cinque si congedano con la dolcezza di “On The Other Side”, dai toni più intimisti ma sempre molto coinvolgente.

“Legacy” è una graditissima sorpresa, è un lavoro maturo che non conosce confini stilistici e sarà apprezzato da un pubblico decisamente ampio ed eterogeneo: l’estensione della voce di Jessie Lee, ora graffiante, ora vellutata, le permette di muoversi ottimamente in qualsiasi contesto, mentre l’affiatamento della band sembra raccogliere l’eredità dei grandi del blues offrendola con una freschezza moderna e un’energia tutta propria. Da non perdere.

 

Luca Zaninello

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