Una piccola città italiana, Porretta Terme, di circa 4200 anime, conosciuta in tutto il mondo grazie ad un festival della musica americana arrivato alla trentasettesima edizione! Una grande città americana, Memphis, Tennessee, uno dei centri da cui quella musica proviene, distante circa 8700 km, che ci ha tenuto a sancirne il gemellaggio. Un evento celebrato sul palco alla presenza del sindaco di Porretta, quello della città metropolitana di Bologna e quello di Memphis (Paul Young), oltre al responsabile della contea di Shelby (Lee Harris).
Un festival negli anni diventato una kermesse con spettacoli anche nelle strade e piazze, street food, un museo, murales e strade/ponti dedicati ai gradi personaggi della musica afroamericana. Cose impensabili per molte persone abituate ai festival canonici ed invece diventate realtà al Porretta Soul Festival, una bellissima festa popolare con una colonna sonora soul e blues, un paradiso per gli amanti della musica vera e del divertimento.
Quattro serate all’ormai leggendario Rufus Thomas Park park dove il grande boss, l’artefice di tutto, “The King Of Porretta”, Graziano Uliani dal 1989 è riuscito a portare quasi tutti i piu’ grandi artisti soul e blues. Rufus Thomas, Wilson Pickett, Solomon Burke, Bobby Rush, Isaac Hayes, Mavis Staples, Irma Thomas, Millie Jackson, Otis Clay, Marva Wright, Mighty Sam McClain, Syl Johnson e mille altri. Senza dimenticare la riscoperta di personaggi del calibro di Howard Tate, Mitty Collier, Sugar Pie Desanto, Mable John, Jimmy McCracklin, Spencer & Percy Wiggins, Ollie Nightingale o Eddie Hinton. Per questo straordinario e meticoloso lavoro non possiamo che dire ‘Grazie Grazy’ e ‘’Grazy for President’!
Onestamente nelle ultime edizioni non tutte le scelte musicali possono essere considerate al top, ma come tutti sapete , purtroppo molto è cambiato nella scena musicale U.S.A dagli anni 90/2000 e soprattutto la gioventù negli States, talvolta segue altre vie musicali, meno legate al soul classico.
Comunque, il festival rimane un appuntamento imprescindibile per ogni amante della ‘the right music for the Right People’ e il nostro boss ( relativamente giovane) ha assicurato almeno altre 13 edizioni. (2038 per il cinquantennale o forse oltre?)
Il top della prima serata è stato lo show John Nemeth, originario dell’Idaho, trasferitosi prima a San Francisco e poi a Memphis. Nemeth ottimo vocalist e molto apprezzato come armonicista, è riuscito a creare un piacevole mix tra country, soul e blues. A mio giudizio più interessante come autore e cantante, alla testa della sua band americana di ottima levatura, molto applaudito dal pubblico. Da segnalare lo storico brano “Blue Broadway” e, tra i miei preferiti “I Can See You Love Light Shine” e “Maybe The Last Time”.
Finale serata con un personaggio dal nome particolare ed eccentrico ‘Al Kapeezy aka Al Kapone, un cantante rap che solo in virtù dell’ottima house band, The Memphis Music Hall Of Fame Band,è riuscito a presentare uno show diciamo interessante (rap, hip hop musica non comune per un festival soul ) che ha avuto il momento topico con la versione blues/rap molto sexy di “Rock Me”, grazie alla partecipazione della bravissima, entusiasmante corista Candy Fox.
La seconda serata è inaugurata da Andrew Strong and the Dublin Soul, trio irlandese guidato dall’indimenticato cantante dei The Commitments, supportato in parte dalla house band, a mio giudizio spettacolo dai toni più rock che soul con un finale piacevole e la presenza di Captain Jack Watson, del quale parleremo più avanti.
Dopo l’introduzione della TMHOF ( super band di professionisti3 fiati,3 coriste,2 tastiere,2 chitarre, basso e batteria dove spiccano funamboliche coriste …in particolare Candy Fox) è proseguita con un personaggio dal cognome importante, Vincent Carr, figlio del leggendario, impareggiabile James Carr, esibitosi a Porretta nel 1992. Questi ha riproposto i brani del padre, l’immancabile “The Dark End Of The Street” o “Freedom Train”.
Successivamente abbiamo potuto far la conoscenza di Jonte Mayon e Carlos Strong, giovani cantanti emergenti della galassia musicale Black di Memphis (anche se questa è inevitabilmente molto condizionata da musica easy, new r&b,hip pop…). Il loro show è stato però molto seguito ed apprezzato. Brava lei, originaria di New Orleans e dalla personalità estroversa, nell’interpretare brani classici di Roberta Flack o Gladys Knight. Carlos Strong, dinamico cantante e anche discreto chitarrista,ha presentato uno spettacolo con velate sonorità southern soul/bluesy.
La terza sera iniziata subito con un carico da novanta, Crystal Thomas e una grande band di sei elementi, capitanata da un ottimo Luca Giordano alla chitarra e la presenza di Sax Gordon al sax e Victor Puertas alle tastiere. La Thomas canta e suona il trombone, da quando suonava nella band di Johnnie Taylor, blues, soul, funky ed è dotata di bella voce e ottima presenza, insomma uno spettacolo ammaliante che mi ha dato molte sensazioni positive.
Crystal ha lasciato il palco a Captain Jack Watson, cantante texano, personaggio dalla vita costellata di vicissitudini familiari e di salute (purtroppo comuni alle persone del Sud degli States). Casualmente riscoperto da qualche anno e lanciato al grande pubblico nel 2023 grazie alla sua eccentrica performance al King Biscuit di Helena, Arkansas. Non proprio dotato di qualità vocali eccelse, ma bravo show man e cantante bluesy, diciamo alla Z.Z.Hill (del quale sostiene di essere un lontano parente). Senza dubbio un personaggio di animo gentile ed amichevole che merita di essere valorizzato. Prevedibile quanto esaltante jam finale tra Crystal Thomas e il Capitano.
Ritorno della TMMHOF e grande serata soul …con Lil Rounds, altra stella emergente di Memphis anche lei in versione soul, easy listening, tuttavia interessante nell’ interpretazione degli standard.
Gran finale con Jerome Chism (personaggio conosciuto, alla sua seconda esibizione a Porretta) che ha presentato un omaggio medley dedicato a Wilson Pickett (Midnight Hour, Mustang Sally, Land of…) estremamente piacevole (ho ballato pure io!)
Ultima sera inizia con gli attesi The Blackburn Brothers, premiato gruppo canadese, molto conosciuto ed apprezzato in Nord America, al loro primo tour in Europa. Il loro è uno spettacolo funky, soul e blues coinvolgente e dinamico. Duane Blackburn, alla voce e organo, fa un uso eccentrico dello strumento grazie ad un tubo che collega la voce con il Leslie producendo sonorità particolari, ma, a mio giudizio con uso troppo prolungato. Interessante e vocalmente più valido il fratello Brooke alla chitarra, ottimi fiati e sezione ritmica. Alla batteria c’è il terzo fratello, Cory Blackburn. Il risultato finale è senz’altro positivo e ci auguriamo di rivederli sul vecchio continente in futuro.
Come tutte le domeniche gran finale con una carrellata di due tre brani a testa, per tutti gli artisti di Memphis. Grande musica, grandi voci, esaltanti duetti e tutto il pubblico in piedi a ballare e cantare. Cosa dire e ribadire? Che il Porretta Soul Festival è e rimane un appuntamento fondamentale per tutti gli appassionati della musica soul, blues e r&b.
Four days of love, peace and great music!
testo e foto Gianfranco Skala
















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