Tony Holiday-Keep Your Head Up cover album

Il nome di Tony Holiday da alcuni anni sta raggiungendo una cerchia di estimatori sempre più ampia, non più limitati all’area attorno a Memphis, dove lui si è trasferito dal 2017, lasciando Salt Lake City: l’amore per la tradizione e l’affiatamento con una serie di giovani e talentuosi musicisti, ha consentito al cantante e armonicista di ampliare sensibilmente la schiera di appassionati.

Questo suo ultimo breve lavoro solista (solo mezz’ora) si apre con l’energia del Texas blues di “She’s a Burglar”: le note crude della chitarra di Eddie 9V danno un tocco personale, a cui poi contribuiscono i fiati con il loro valido supporto, che si fa apprezzare più volte nel dischetto.

A seguire l’incedere quasi ipnotico di “Twist My Fate”, con i contrappunti dell’armonica che disegna un’atmosfera più soul, quasi richiamando sonorità della windy city: da sottolineare l’interazione tra l’armonica di Holiday e la voce di Kevin Burt.

La buona musicalità del CD emerge continuando l’ascolto con “Woman Named Trouble”, caratterizzata dal ritmo reggae che abbraccia i dettami del blues: l’ottimo assolo regalatoci dalla tromba di Mark Pender è quasi un antipasto per “Good Times”, che fonde il blues con un tocco di afrobeat, presentando ancora i fiati in primo piano e un pregevole assolo di armonica.

L’attenzione dell’ascoltatore è nuovamente catturata da “Shoulda Known Better“, in cui brilla la chitarra di Laura Chavez, con un classico feeling soul-blues e i suoi fraseggi che sanno emozionare: reminiscenze dei Cream emergono in “Walk on The Water”, con il suo riff ripetitivo, prima di incrociare “Drive It Home”, traccia più allegra e giocosa, dove Albert Castiglia aggiunge quel tocco di vivacità con la sua chitarra e la sua voce, arricchito dall’assolo finale dell’armonicista.

La conclusione è lasciata all’ariosa “I Can Not Feel the Rain”, descritta dal tappeto di tastiere e dal pianoforte che accompagna la chitarra acustica in un’atmosfera molto easy listening.

La qualità complessiva dell’album non è soltanto legata al talento di Holiday, ma anche alla perfetta sintonia con tutti gli altri musicisti, i cui strumenti sono ben valorizzati dalla pregevole produzione di Eric Corne: la registrazione è decisamente curata, riuscendo a catturare la profondità e il calore di ogni sonorità, per un’esperienza d’ascolto dinamica e coinvolgente.

Luca Zaninello

Category
Tags

Comments are closed

Per la tua grafica

Il Blues Magazine
THE DEAD DAISIES

The Dead Daisies

COMFORT FESTIVAL

Comfort Festival 2025

CHIARI MUSIC FESTIVAL

Comfort Festival 2025

L’ARTISTA CHE NON C’ERA

EBC 2025

DOLOMITI BLUES&SOUL FESTIVAL

Dolomiti Blues&Soul Festival 2025

DELTABLUES ROVIGO

Deltablues 2025