A Tribute To The King Of Zydeco cover album

Proviamo ad immaginarci una torrida estate lungo il bayou della Louisiana, dove sudore, polvere si mischiamo col profumo accattivante del gumbo cucinato con la tipica ricetta creola, mentre un gruppo di persone – dopo una estenuante giornata di lavoro – balla al ritmo di una musica che mescola le tradizioni haitiane con il blues, il funky, il rhythm’n’blues e il rock’n’roll.

Ebbene quella musica non può che essere lo zydeco e lo strumento principale una fisarmonica, magari di origini italiane accompagnata da una washboard (o rub-board) a dettare il ritmo.

Non è una scena di film storici come The Big Easy oppure Angel Heart o True Detective, oppure di romanzi che vedono protagonista Dave Robicheaux ma, semplicemente, una delle feste all’aperto che caratterizzano quella zona della Louisiana dove la lingua francofona è ancora viva e vegeta e il divertimento quasi un obbligo.

E quando si parla di zydeco il nome di Clifton Chenier è indiscutibilmente il primo che viene in mente, in quanto colui che più di tutti ha contribuito – se non alla sua nascita – alla sua divulgazione anche al di fuori di quelle paludose terre in quel profondo Sud compreso tra la Louisiana, il Golfo del Messico e il Texas meridionale.

Oggi, a celebrare il centenario della nascita di questo musicista nato a Opelousas, l’etichetta Valcour Records mette sul mercato un interessantissimo progetto prodotto dal sassofonista dei Los Lobos Steve Berlin e da Joel Savoy che – oltre a consegnarci un ottimo album – vedrà tutti i profitti derivanti dalle vendite devoluti al Clifton Chenier Memorial Scholarship Fund creato dall’etichetta in collaborazione con il Center for Louisiana Studies dell’Università della Louisiana con sede a Lafayette a favore degli studenti che studieranno musica tradizionale ed in particolar modo la fisarmonica zydeco.

Ma la parte succulenta – ovviamente – vede l’aspetto musicale di questo progetto nel quale troviamo coinvolti personaggi storici del mondo musicale ad iniziare dai Rolling Stones e via via passando per John Hiatt, Lucinda Williams, Taj Mahal, Jimmie Vaughan, solo per citarne alcuni a collaborare con esponenti di spicco dell’attuale panorama zydeco.

Sono proprio le Pietre Rotolanti (Jagger, Richards e Wood) a darci il benvenuto con una sontuosa versione di “Zydeco Sont Pas Salés” con l’accordion di Steve Riley (non uno a caso) a farci fare un salto nel passato degli Stones, quasi il buon Ry Cooder fosse ancora al loro fianco, e già questo rende “A Tribute To The King Of Zydeco” un prodotto decisamente di grande livello.

Dopo una sognate “Easy Easy Baby” con la voce di Charlie Crockett e la fisa di Nathan Williams ecco arrivare un altro che pare abbia fatto un patto col Diavolo: Taj Mahal. Sua la voce che duetta con la fisarmonica di Keith Frank in una ritmatissima “Hey ‘Tite Fille” e che ci accompagna ad una delle perle dell’album, “Release Me” uno swamp blues dove la grande Lucinda Williams “ce la canta” assieme a Tommy McLain con ancora Keith Frank a fare gli onori di casa con il suo accordion.

Just Like A Woman” non è quel capolavoro che ci ha regalato Bob Dylan, ma questa versione del brano scritto da Claude DeMetrius a quattro mani con Fleecie Moore ci conferma che Steve Earle è sempre un fuoriclasse, qui aiutato da Anthony Dopsie, sempre all’accordion.

Jon Cleary assieme a Curley Taylor ci propongono una intima “I’m On The Wonder”, mentre il blues “Why Did You Got Last Night” vede protagonisti Kam Franklin, A.J. Haynes e Roddie Romero, brano omesso nella versione in vinile dell’album.

Da “Hot Road” – che vede protagonista Dave Hidalgo – sinceramente potevamo aspettarci qualcosa in più, anche se la presenza di CJ Chenier è una bella sorpresa, mentre “Tout Le Temps En Temps” ci regalano un bel duetto tra Shannon McNally e l’ottima chitarrista bluegrass Molly Tuttle alle quali si abbina ancora Keith Frank.

Il texano Jimmie Vaughan presta la sua Fender in “My Soul”, mentre Johnny Nicholas ci ricorda che il blues lui lo sa cantare per davvero. Chiude il cerchio Steve Riley all’accordion.

Altro brano che troviamo solo nella versione su CD è “You Used To Call Me” dove ritroviamo l’accoppiata John Hiatt e Sonny Landreth con Roddie Romero a lavorare su bottoni, tasti e mantice del suo accordion. Un vero peccato che non sia presente anche nel vinile, dove invece troviamo – e meno male – “Ay Ai Ai” interpretata da Ruben Ramos con i Los Texmaniacs e il grande Augie Meyers al Vox Organ.

Arriviamo verso la conclusione di questo album con “I May Be Wrong” dove Marcia Ball si destreggia da par suo in questo duetto con la fisa di Geno Delafose ad introdurci al ritorno di Sonny Landreth che accompagna Clayton Joseph Chenier nella toccante “I’m Coming Home” che conclude degnamente questo “A Tribute To The King Of Zydeco” degno omaggio a suo padre, un grande della musica di quel Sud degli States e al quale saremo sempre grati.

Antonio Boschi

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