Christone Kingfish Ingram - Hard Road

Ricordo ancora quando abbiamo visto Christone Kingfish Ingram, a Clarksdale, nel 2018, in un bellissimo viaggio assieme a vari amici e a Maurizio “Dr Feelgood” Faulisi nel sud degli Stati Uniti. Tra Georgia, Alabama, Louisiana, Mississippi e Tennesse, avevamo organizzato tutto per arrivare a Clarksdale per il Sunflower River Blues & Gospel Festival che lo vedeva sul palco. Sgranocchiando una coscia di tacchino fritta ce lo siamo gustati mentre si scatenava alla chitarra. Ma la sera stessa la sua inaspettata apparizione al Red’s, accanto a Lucious Spiller che si stava esibendo, ci ha regalato un Kingfish inedito e secondo noi molto più genuino. E’ sicuramente rischioso affacciarmi quindi alla recensione del suo nuovo disco, il primo della sua etichetta Red Zero Records, dedicata a supportare e promuovere nuovi talenti del blues.

In una bella chiacchierata con Fabrizio Grossi (di cui potete trovare traccia qui: https://www.ilblues.org/intervista-fabrizio-grossi/ ) mi raccontava come la definizione “blues” ormai a giovani artisti come lo stesso Ingram faccia più male che bene, e come se la si debba quasi cancellare dalla pelle per avere delle possibilità essere presi in considerazione dalle major. Kingfish spazia da sonorità moderne adatte ad un pubblico giovane come nel lento “Clearly”, ad un quasi talkin’ blues come “Standing Your Business”, sempre con un accompagnamento sonoro incredibilmente ricercato, e anche “Hard To Love”, dove la chitarra riprende in parte il podio, sembra scorrere soffice sulle note del basso, ma con un occhio al futuro.

Chris si affida a 3 produttori, Tom Hambridge, Patrick “Guitar Boy” Hayes, e Nick Goldston  per un album che segna uno spartiacque con i suoi lavori passati, concentrandosi sui testi e sulle emozioni che inevitabilmente costruiscono la personalità e l’identità nel processo di crescita di Kingfish, come accade  per ognuno di noi per produrre una fusion of rock e R&B, ma sempre legati al cuore blues. Una piacevole sorpresa “Memphis”, per noi boomer, che ci riporta a sonorità del passato, voce, chitarra e all’armonica Harrel Davenport, per i nostalgici che risiedono in molti di noi, ma “Truth” riporta la bilancia su quell’energia silente e apparentemente calma che tanto ci fa apprezzare il nostro Ingram.

“Bad Like Me” sposta l’asticella più in alto con un ritmo sincopato e non standard, mentre “S.S.S.” ovvero she’s so sexy ci ricorda tanto sia gli ZZ Top che un accenno di Jimi Hendrix, il tutto cucinato con il personale dressing mix di Kingfish, che riesce a spaziare persino nel soul romantico con “Nothing But Your Love”, per offrirci un arcobaleno di sapori.

Mi ritempra la mente ed il cuore “Back To La”, in cui la chitarra di Kingfish sembra contemporaneamente ridere e piangere ad alta voce, per risalire la china con la sensuale “Voodoo Charm”, e raggiungere il culmine con “Crosses”, dedicata a quelle che inevitabilmente ci portiamo sulle spalle, ognuno attento solo alla propria e ignaro di quelle altrui, con un’incredibile intro di sola voce e chitarra, per un ritmo che entra nelle vene e non ci abbandonerà più. Un lavoro incredibilmente maturo e ottimamente riuscito, non vedo l’ora di incontrarlo in concerto!

 Davide Grandi

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