Nel giro di soli quattro anni dal suo debutto discografico Christone “Kingfish” Ingram è già diventato un nome nella scena blues: dopo due lavori in studio molto apprezzati (e premiati) il giovane chitarrista presenta il trascinante “Live in London”(Alligator), registrato il 6 giugno 2023 nell’iconico club britannico The Garage. Fin dalla prima nota di “She Calls Me Kingfish”, l’ascoltatore è immerso nel suo blues crudo e commovente, venendo poi guidato nell’atmosfera più raffinata di “Fresh Out”, canzone che era stata eseguita con Buddy Guy nel suo album d’esordio: qui la chitarra e l’Hammond di Deshawn Alexander si intersecano all’interno dei groove rilassanti, ottimamente supportati da Paul Rogers al basso e Christopher Black alla batteria. Fra i 15 brani proposti (più due bonus tracks) ne emergono altri tratti dai suoi album precedenti, come “Hard Times” di ispirazione funk e il delicatissimo tributo “Rock & Roll”, in memoria della madre. Ci sono poi alcuni inediti, come “Midnight Heat” da cui era stato tratto il primo accattivante video dell’album, e il lungo strumentale “Mississippi Night”, che accompagna gli ascoltatori in uno splendido viaggio sonoro: in entrambi i casi emerge l’abilità compositiva di Kingfish.

La sua padronanza sullo strumento è veramente sbalorditiva: nonostante la mole del ragazzo classe ’99, le dita danzano senza sforzo, offrendo assoli incendiari e riff intrisi di blues che risuonano di profonda emozione. Uno dei momenti più intensi del concerto è la cover di “Empty Promises” di Michael Burks, offerta in una maestosa interpretazione di nove minuti, ricca di assoli sia di chitarra che di Hammond, pieni di sentimento; brani come “Listen” e “Not Gonna Lie” mostrano poi la capacità di Kingfish di infondere soul e funk nel suo repertorio blues. Sottolineiamo pure lo spessore dei testi, che affrontano questioni sociali, amore e perdita, trasmettendo messaggi che risuonano profondamente con l’ascoltatore. L’energia dell’album è contagiosa e persiste per tutta l’ora e mezza dell’esibizione: pure la conclusiva “662”, brillantemente sostenuta dal piano, ne trasmette l’intensità e lascia il pubblico a desiderare di più.

“Live in London” celebra una dimensione in cui Kingfish è certamente a suo agio e brilla senza alcuna ombra, permettendogli di esprimersi sia attraverso l’incredibile espressività della chitarra che nella voce piena di sentimento. Ascoltando il concerto anche noi come l’audience passiamo dall’intimità più silenziosa alle ovazioni spontanee, che confermano la maturità, il talento e la comunicativa di Christone Ingram.

 

                                                                                                           Luca Zaninello


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