DEMETRIA TAYLOR: “Doin’ What I’m Supposed To Do” cover album

Etichetta: Delmark Records – USA 2022

Essere figli d’arte talvolta può rappresentare un ostacolo, ma questo non vale certo per Demetria Taylor: figlia di Eddie, leggendario chitarrista di Chicago, e di Vera, pure lei cantante e compositrice, ha avuto pure il fratello Eddie Jr. che è stato un chitarrista degno di menzione.

Alcuni si ricorderanno di lei al Trasimeno Blues del 2012 con la band di Jimmy Burns, ovvero, suo zio: è proprio di quell’anno il suo primo lavoro solista e un po’ stupisce che ci sia voluto un decennio intero per ascoltare il suo successore. Nel frattempo, ha comunque partecipato a numerosi festival, consolidando la sua reputazione, che l’ha portata all’album in questione: l’omaggio al padre è dato subito dall’apertura di “83 Highway”, che lui scrisse mezzo secolo fa, che per l’occasione vede il pianoforte di Brian James assai ispirato mentre la chitarra di Billy Flynn regala la consueta energia; che ritroviamo di nuovo proprio in “Blues Early This Morning”, scritta dalla madre di Demetria, che lei qui valorizza duettando con l’ottima cantante Deitra Farr.

La Taylor procede verso le venature funky che caratterizzano di “Baby Be Good” e “Bad Girl Day”: si passa da un riff ipnotico, che cadenza i vari passaggi, alle linee jazzate che vedono la chitarra di Mike Wheeler protagonista indiscussa, con assoli di notevole qualità. Si resta su questo terreno con la title track dal ritmo sincopato, dove la voce della Taylor appare particolarmente decisa, mentre poi l’assolo libera nuovamente il talento del chitarrista.

“Welfare Blues” avrebbe reso orgogliosi gli Allman Brothers Band, con Wheeler e James in gran spolvero, in assoli e accompagnamenti davvero piacevoli e divertenti: come sempre la sezione ritmica del talentuoso bassista Larry Williams e del batterista Melvin Carlisle è ricca e perfetta. “Done” è un tipico brano anni ’70, sviluppato su 4 semplici accordi, piacevole da suonare e ascoltare, anche se l’assolo finale sembra un po’ troppo dilatato.

L’affiatamento del gruppo emerge in ogni circostanza, come nel R&B di “I’m Gonna Tell It” oppure nell’eccellente interpretazione di “You Belong To Me”, di Magic Sam, a cui si aggiungono chiare influenze soul. Altro gioiellino è sicuramente “Nursing My Kitty Cat”, con il piano di James che ne esalta il ritmo ballabile, mentre l’accattivante “Stay Gone” ci regala un altro assolo di Wheeler da incorniciare.

L’album si chiude con l’autobiografica “Young Gun Taylor”, che offre delle esecuzioni decisamente più raffinate da parte di chitarra e tastiera: Demetria è decisamente una cantante di altissimo livello, che sa proporsi sempre con grande freschezza, e che qui è contornata da un organico di professionisti di prim’ordine. A cui vorremmo chiedere di non aspettare un’altra decade per regalarci un suo terzo lavoro.

Luca Zaninello

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