Talentuoso cantante dell’Arkansas, classe 1944, Eb Davis arrivo’ in Europa negli anni ottanta con l’esercito americano dopo aver lavorato a lungo in un club di New York, il 251 Club, con i suoi Soulgroovers. Conquistato dal vecchio continente, decise di restare e di intraprendere una carriera musicale professionista.  In quegl’anni, il Blues attirava schiere di fans in Europa centrale grazie anche a locali e festival che cominciavano a proliferare in ogni dove.

Da un giorno all’altro, la caduta del muro di Berlino aprì alla musica spazi in precedenza solo potenziali. Certo non si guadagnava molto ma si suonava molto, si poteva incidere su CD con budget molto minori di un tempo nemmeno tanto remoto, e soprattutto i cd si potevano vendere ai concerti.  Un periodo felice che sfumera’ lentamente, inghiottito da nuove tecnologie e da crisi che poco avevano e hanno a che fare con la musica e l’arte in generale.

Quindi Eb Davis e’ un capitano di lungo corso, un musicista che nel bene e nel male, strategicamente basato in Berlino, ha mantenuto un suo pubblico e ha continuato ad esibirsi, pubblicando anche diversi album, tanto da guadagnarsi il soprannome di “The Blues Ambassador”.  Veramente notevoli, “Fool for the Ladies” con Big Jay McNeely, “You can still take it or Leave it” con la Greyhound Blues Band, e l’indispensabile “Live at the A-Trane in Berlin” che e’ un riassunto esaustivo di questo artista.

I musicisti che lo accompagnano sono spesso altri americani ormai “europeizzati” da tempo e sono di primissima qualita’.  Nella formazione ci sono Nina T. Davis tastiere e canto, Willie Pollock sax e canto, Ben King Perkoff sax tenore, Jay Bailey chitarra e canto, Tom Blacksmith basso e canto e DiCarlo alla batteria.  In alcuni pezzi figurano anche Mike Russell alla chitarra e Ramani Krishna al basso. Tra assoli di piano, sax e chitarra non ci si annoia, un po’ di shuffles pompati dai fiati, slow-blues (Buttermilk Blues), formato nel quale Eb Davis eccelle, e mid-tempo (I talk about you), la musica scorre veloce.

Eb Davis non sarebbe ancora in giro da un pezzo se non fosse un grande cantante e un grande comunicatore.  Questo album lo fara’ conoscere a coloro che finora non hanno avuto questo piacere.

Luca Lupoli

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