Con questo suo ultimo album Eric Gales presenta un ricordo potente e intenso al talentuoso fratello Manuel “Little Jimmy King”, scomparso prematuramente nel 2002: fin dal primo ascolto emerge la profondità emotiva che caratterizza tutte le dieci tracce, valorizzate dalla qualità musicale e l’energica miscela di blues rock infuso con elementi funk, soul e rock.
E, come se non bastasse, altri artisti di rilievo hanno voluto partecipare al progetto: dopo l’apertura con “You Shouldn’t Have Left Me” che crea un’atmosfera swingante grazie alla vivacità della sezione fiati, troviamo Christone Kingfish Ingram, protagonista di “Rockin’ Horse Ride”, eccellente rock blues, dove il dialogo fra le due chitarre trasferisce una grande energia all’ascoltatore. Lo strumento di Eric Gales è il cuore pulsante ed emotivo dell’album: i suoi assoli sono espressivi, tecnicamente brillanti, talora quasi audaci ma sempre al servizio dell’atmosfera della canzone. È ciò che emerge in “Guitar Man” piuttosto che dal magnifico slow “Something Inside on Me”, a cui fa seguito l’eccellente “Baby Baby”, nuovamente con una sezione fiati di altissimo livello, che permette a Eric di costruire uno dei suoi migliori assoli.
L’amico Joe Bonamassa non poteva mancare, e il suo contributo emerge nell’ottimo “Don’t Wanna Go Home”, con quel suo mid-tempo che invita naturalmente a seguire il ritmo regalando una energia positiva che pervade tutto il brano: altrettanto degno di nota è “It Takes A Whole Lot Of Money”, nuovamente con Bonamassa e Josh Smith che condividono la voce e offrono assoli di chitarra mozzafiato in un’alternanza dinamica. “Worried Man” è un blues che appare familiare fin dal primo ascolto e conferma le qualità di Eric anche come cantante: a seguire la superlativa “Blues Been Too Good to Me”, una cavalcata che sembra non finire, dilatata ancora una volta dalla qualità della sezione fiati.
La conclusione è lasciata all’acustico “Somebody”, sicuramente il brano meno potente dell’album, ma che trasmette i sapori del Delta e della tradizione, arricchito per altro dalla presenza di Buddy Guy e Roosevelt Collier. La sua capacità di fondere il blues tradizionale con le influenze contemporanee conferma Eric Gales come uno dei migliori chitarristi del panorama internazionale: “A Tribute To LJK” va ben oltre dall’essere un album commemorativo, ma è piuttosto una proclamazione di un’eredità musicale, di una vitalità e una maestria artistica che rendono l’esperienza dell’ascolto davvero coinvolgente. Il tributo al fratello Manuel è decisamente riuscito e proposto in modo assai appropriato, tanto da rendere questo lavoro uno dei punti più alti e brillanti della carriera di Eric Gales.
Luca Zaninello










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