Pur nato nella francesissima Metz, il cuore di Fred Chapellier batte decisamente al ritmo del blues, come testimonia il lungo sodalizio con la casa discografica DixieFrog e soprattutto l’energia che emerge da questo live, registrato sul palco del Jazz Club Etoile di Parigi. Accompagnato da un’ottima formazione, estesa per l’occasione con un terzetto di fiati, Fred Chapellier propone un viaggio emozionante attraverso la sua carriera: la sua maestria e la sua passione emergono fin dall’iniziale “My Loves Comes Tumbling Down”, un gradevole blues valorizzato proprio dai tre fiati. A seguire l’elegante interpretazione di “Don’t Take Me For A Loser” di Albert King, che viene analogamente onorato in un altro brano come “Blues On My Radio”, più articolato ma offerto con il medesimo trasporto; una qualità che emerge analogamente in tracce come la trascinante “I’d Rather Be Alone”, l’allegra “Tend To It Shuffle” e il coinvolgente strumentale “Racing With The Cops”, dove tutti i musicisti mostrano chiaramente il loro notevole talento, che raggiunge il vertice nel pregevolissimo dialogo fra chitarra e sax.

Altre cover di assoluto rilievo sono “Rodney’s Song”, per un doveroso omaggio all’indimenticato Roy Buchanan, e analogamente “Love That Burns” e “If You Be My Baby”, di un altro gigante come Peter Green. Queste reinterpretazioni sono eseguite con una tale maestria e rispetto per gli originali che catturano perfettamente lo spirito del blues. Ancora arrangiamenti di tutto rispetto emergono nell’altro strumentale “Juliette” piuttosto che in “Something Strange”, ma non mancano momenti più distesi, come nelle ballad “Remnants” e “Under The Influence”: la versatilità di Fred Chapellier gli consente di valorizzare ogni stato d’animo, sapendo anche fare un passo indietro con il suo strumento, affinché ogni brano emerga nella sua ricchezza. Fred si congeda con la struggente “Gary’s Gone”, una lunga linea melodica che rende magnificamente omaggio alla memoria di Gary Moore: il tocco è decisamente molto vicino a quello del chitarrista di Belfast, con alcuni passaggi che lo ricordano perfettamente. La qualità dell’esibizione è decisamente elevata: Chapellier e i suoi musicisti trasmettono una potenza e una vitalità che trasformano ogni traccia in un’esperienza coinvolgente. L’affiatamento tra i musicisti è palpabile in ogni passaggio e la fluidità delle loro esecuzioni crea momenti di grandissima intensità emotiva.

 

Luca Zaninello

 

Category
Tags

Comments are closed

Per la tua grafica

Il Blues Magazine