La sera della festa della donna, sabato 8 marzo 2014, il Social Club di Brescia ha ospitato il concerto di una delle migliori blues band emergenti: Moreland & Arbuckle. Ad aprire il concerto c’erano i Guinea Pig, un altro electric trio della zona di Brescia, che  hanno scaldato l’ambiente con il loro suono ruvido e aggressivo, fornendo un ottimo esempio di rock & roll. Dal vivo ricordano molto i Pride & Glory, gruppo dalla forte influenza hard/southern rock, formato da Zakk Wylde ex chitarrista di Ozzy Osbourne nel 1994 (lavorò con lui dall’età di 19 anni!). Anche il loro CD lascia trasparire le correnti blues e rock che hanno influenzato la band, in quanto le ispirazioni ai Lynyrd Skynyrd, ZZ Top, Jimi Hendrix e molti altri grandi artisti le potrete riscontrare nelle tipiche sonorità di questo gruppo made in Italy. Nonostante l’ambiente non favorisca un buon ascolto a volumi particolarmente alti, riescono a trasmettere al pubblico i sentimenti che mettono nelle canzoni e la loro voglia di scatenarsi.

Foto Cristina Coltri

Oltre alle varie canzoni scritte di loro pugno, spicca per originalità una cover particolarmente rielaborata di “Sweet Home Alabama” dei Lynyrd Skynyrd. Questa band si merita i nostri complimenti, sia per esser riuscita ad aprire il concerto di Moreland & Arbuckle che per essersi fatta apprezzare dal pubblico in sala. Finalmente possiamo parlare degli headliner della serata: Moreland & Arbuckle.  Per chi di voi non li conoscesse consiglio vivamente di correre subito al negozio di musica più vicino e comprare almeno uno dei loro CD. Sì, esatto, avete il mio permesso di smettere di leggere questa recensione e fiondarvi a prendere un disco di questo power-trio. Tanto noi de “Il Blues” non scappiamo, mentre il negozio di dischi potrebbe chiudere!  La band si forma a Wichita, Kansas nel 2001 quando il chitarrista Aaron Moreland e il cantante e armonicista Dustin Arbuckle si incontrarono. La band, in principio composta solo da loro due, iniziò suonando il tipico Delta Blues. Nel 2006 aggiunsero un batterista e pur restando fedeli al Delta Blues si spinsero oltre e provarono altri sottogeneri del blues e del rock’n’roll. Nel 2008 registrarono l’album “1861”, seguito nel 2010 da “Flood”, album che li consacrò definitivamente a livello internazionale: suonarono infatti con ZZ Top, George Thorogood, Buddy Guy ecc. Il chitarrista Aaron Moreland, magari con l’enfasi che spesso pervade la stampa americana, viene nominato come uno delle dieci leggende attuali del blues.  Dal vivo si evincono tutta la potenza e la portata di questa band. Riescono perfettamente a mischiare il suono “dolce e oscuro” dell’armonica con quelli più pesanti di batteria e chitarra. Proprio grazie a questo sound che li caratterizza, riescono a trascinare il pubblico e farlo alzare in piedi, e, vista la piccola saletta che il Social Club gli ha messo a disposizione, si tratta di un vero miracolo. Insomma, hanno davvero trasformato l’acqua in vino.

Foto Cristina Coltri

 Il loro repertorio è composto per la maggior parte da canzoni loro come “Tall Boogie” e “Quivira” dal loro ultimo album “7 Cities” o “Legend Of John Henry” e “18 Counties” dall’ablum “Flood”. Suddetto repertorio è coadiuvato dalle abilità dei tre componenti coi loro strumenti e dal sentimento che ci mettono. Nel concerto sono risaltate anche alcune cover, tra cui “Hate To See You Go” di Little Walter, dove Arbuckle ha fatto un assolo di armonica che ha mozzato il fiato ai presenti, e “When The Levee Breaks” dei Led Zeppelin (in realtà riscrittura del brano omonimo inciso nel 1929 da Kansas Joe e Memphis Minnie), canzone usata per la chiusura definitiva del concerto. Esecuzione magistrale la loro, che ha denotato grande capacità di organizzazione, improvvisazione e soprattutto tanto, ma tanto cuore blues.

                Gianluca Motta

 

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