La storia di Neal Pattman, cantante e armonicista della Georgia, là nato nel 1926 e morto nel 2005, e’ una parabola: famiglia poverissima, perse un braccio a 9 anni lavorando su una macchina agricola. L’idea, pare del padre, di regalargli un’armonica sarebbe stato il primo passo per una vita differente. Ma non subito. Neal Pattman arrotonda coi proventi della musica il suo salario di aiuto-cuciniere nell’Università della Georgia ad Athens. Già sarebbe stata una vita dignitosa per un uomo duramente colpito nel fisico dalla sfortuna. Nel 1991 incontra i King Bees, ossia Rob Baskerville alla chitarra e Penny Zamagni al basso, due bianchi fissati con il Blues, che rimangono impressionati da questo discepolo di Sonny Terry, peraltro suo amico.
Il risultato di quell’incontro, aggiunto il batterista Russ Wilson, furono registrazioni contenute in questo disco, recuperate dall’etichetta austriaca Wolf, sempre brava in queste operazioni. Con i King Bees, che hanno lavorato con gente del calibro di Carey Bell, Jerry McCain e Nappy Brown, la carriera di Neal Pattman decolla verticalmente. Pattman e’ sempre uguale a se stesso, un uomo maturo, che suona in un stile tanto rozzo quanto efficace, ovviamente vicino a quello del suo amico Sonny Terry.
Ma il postino suona sempre due volte, e nel 1995 Pattman entra nella Music Maker Relief Foundation di Timothy Duffy, un’organizzazione pensata per aiutare i musicisti Folk e Blues a farsi conoscere nel mondo: Pattman iniziò allora a suonare con artisti come Guitar Gabriel e Cootie Stark. Pattman e Stark andarono in un lungo tour con Taj Mahal. In Gran Bretagna nel mitico 100 Club di Londra, accompagnato da Gary Erwin al piano e dal chitarrista Dave Peabody, registra “Live In London”, CD del quale e’ difficile oggi trovare traccia.
Nel 1998 incide “Prison Blues”, una collezione di brani di armonica, vecchia scuola come il precedente “The Blues ain’t left yet” del 1995. Nel 2001 esce “It seemed like a dream” con il chitarrista Peter Gelling, frutto di una estemporanea visita in Australia. Conformemente al titolo, nella copertina Pattman suona l’armonica con il braccio destro perso 60 anni prima. Nel 2007, due anni dopo la morte di Pattman, Kenny Wayne Shepherd pubblica “10 Days Out: Blues From The Backroads” dove compaiono Pattman medesimo e Cootie Stark.
Questo “Prisoner Blues” rende giustizia a Pattman: magistralmente accompagnato dai King Bees sforna classici come “Dimples”, “Catfish Blues”, “Scratch my Back”, “Mannish Boy”, un tuffo nel Gospel, “Jesus walk with me”, con la freschezza unica del prodotto originale, coinvolgente, uno sguardo su un passato che non tornera’. Una leggenda da conservare accuratamente. E applausi alla Wolf per aver pubblicato queste registrazioni.
Luca Lupoli










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