Il Blues intervista Warren Haynes

Dopo aver pubblicato il loro primo album blues con “Heavy Load Blues” (2021) i Gov’t Mule tornano con un nuovo lavoro in studio, “Peace…Like A River“(Fantasy/Universal). Un album nato pressochĂ© in contemporanea con il precedente, eppure volutamente differente, sia dal punto di vista sonoro che tematico. Ne abbiamo potuto parlare nel corso di una conversazione di  Warren Haynes, la cui statura personale e musicale ne fa una delle voci piĂą stimate e rispettate dei nostri tempi.

Il disco lo avete registrato in parallelo rispetto a quello blues, in due studi adiacenti?

Si, “Heavy Load Blues” è stato realizzato in un piccolo studio con il soffitto basso e piccoli amplificatori vintage. Avevamo piano, organo e un piccolo set di batteria vintage in questo spazio. E poi nell’altro studio accanto, con soffitti alti abbiamo messo la nostra solita attrezzatura da Gov’t Mule. L’intento era di incidere due dischi che suonassero in modo completamente diverso e sono molto felice di come siano venuti entrambi i dischi.

Come hai scelto le canzoni? C’è una certa unità tematica, talvolta un messaggio e poi le parole “peace” e “river” ricorrono in più canzoni.

In un certo senso c’è un concetto, ma poi abbraccia un campo piuttosto vasto sia dal punto di vista stilistico che musicale. E anche da quello dei testi, canzoni come “Shake Our Way Out” e “Head Full Of Thunder” sono canzoni che hanno senso dell’umorismo, parlano di non prendere la vita troppo sul serio. Anche un altro paio di canzoni contenute nell’EP bonus vanno in questa direzione. Ma sono tutte connesse tra loro, probabilmente perché sono state scritte nello stesso periodo di tempo, quando eravamo tutti alle prese con la pandemia. Non che volessi scrivere un mucchio di “pandemic songs”, ma qualunque cosa scrivessi in quel tempo ne era in qualche modo impregnata, proprio perché è stato un periodo complicato.

In effetti ci sono versi come “take off your mask baby, let me see your wicked smile”, in “Shake Your Way Out” con Billy Gibbons.

Si e ora stiamo tutti festeggiando, nel tentativo di oltrepassare questa follia. Essere felici di questo è una bella sensazione, ma abbiamo anche imparato qualcosa.

In effetti, in altri brani, canti versi come “We’re Stronger After The Storm” o “Your Neightbor Is Not Your Enemy”.

Spero che, in generale, una delle cose che la gente abbia capito da questa situazione è che siamo tutti sulla stessa barca e per venirne fuori dobbiamo farlo insieme, avvicinarci, superare le nostre differenze. Cominciare a guardare le cose diversamente. Mi auguro che su questo si possa concordare.

Davvero, eppure la nostra societĂ  appare piuttosto divisa.

Assolutamente. E ne parlo in altri testi ed anche in un disco come “Revolution Come, Revolution Go” l’ho fatto. Su questo sono più positivo e speranzoso. Penso che quando tutto il mondo attraversa qualcosa di così probante a livello globale, l’unica soluzione è che tutti siano all’altezza della situazione e facciano la loro parte. Parlo anche di come non possiamo dipendere dai politici per mettere in pratica questi cambiamenti, dobbiamo farlo noi stessi in prima persona.

Un’altra canzone, forse il cuore del disco, è “Dreaming Out Loud” con la partecipazione di Ruthie Foster e Ivan Neville. Citi direttamente Martin Luther King. Cosa avevi in mente quando l’hai scritta? Ti sembra che siamo tornati, per certi versi, agli anni Sessanta?

Sembra sia così, negli States ora c’è molta politica che sta remando nella direzione sbagliata. Quando l’ho scritta erano le tre del mattino e mi è venuto in mente il chorus “forgive me, I’m dreaming out loud again” e la melodia. Così l’ho registrata nel mio telefono in modo da non dimenticarla. L’ho riascoltata il mattino dopo e mi ha ricordato il discorso “I Have A Dream” di Martin Luther King. Perciò ho deciso di utilizzare delle citazioni da grandi leader, è stata la prima volta che ho scritto una canzone in questo modo. Ed è un processo molto diverso, ma ho visto che usando le vere citazioni potevo dire molto meglio quello che volevo esprimere. Ogni volta che canto “somebody said…” poi il verso successivo è una citazione. Viviamo tempi molto instabili, ma sento che potrebbero succedere molte cose buone, ma se non stiamo attenti anche cose molto meno buone. Qualcuno cerca di farlo, ma non possiamo permettere che avvenga.

Warren Haynes foto Shervin Lainez

La musica può essere una forza unificatrice.

Assolutamente. La musica è una delle poche cose nella vita che non può fare male. Ed è molto importante nella mia vita, nella tua e per molte altre persone in giro per il mondo. Può essere un linguaggio universale e anche una sostanza curativa. Talvolta esprimere i pensieri attraverso la musica può essere più efficace della comunicazione verbale.

Come è nata la canzone con Billy Bob Thornton, “The River Only Flows One Way”? Sembra diversa da altre canzoni che hai scritto.

Si, non ho mai scritto una canzone in cui sentivo che i versi dovessero essere parlati e non cantati. Poi ho deciso che volevo che fosse qualcun altro, non io quindi, ad assumersi questa responsabilità e così ho iniziato a pensare a persone differenti che potessero farlo. Con Billy Bob siamo amici da molti anni e mi piace molto la caratteristica della sua voce, cattura l’ascoltatore, ha un che di sinistro e ammaliante. Coinvolgerlo è stato interessante e penso che abbia colto nel segno rispetto alla canzone. Era proprio quello che le serviva. Il testo vorrebbe essere una sorta di poesia beat un po’ folle e il narratore doveva avere un qualcosa di sinistro nella voce.

Come hai conosciuto Celisse Henderson che canta con te “Just Across The River”? Suona anche la chitarra e in alcuni filmati mi ricordava Sister Rosetta Tharpe.

Sì è una chitarrista fantastica a sua volta, ma su questa canzone canta soltanto. Ho scoperto la sua musica solo tre anni fa ed è davvero grande. Cercavo una cantante con una voce gospel che potesse contraltare la mia voce e credo sia perfetta per questo.

Eri amico di Gary Rossington scomparso pochi mesi fa?

Io e Gary abbiamo suonato insieme diverse volte, siamo andati in tour quando Lynyrd Skynyrd e Allman Brothers hanno tenuto concerti insieme e lo stesso è successo per Gov’t Mule e Skynyrd. Abbiamo inciso “Simple Man” per un tributo ai Lynyrd Skynyrd e l’abbiamo anche suonata al Fox Theatre di Atlanta al concerto tributo. Gary era un grande chitarrista ed è stato coautore di alcune canzoni straordinarie, senza tempo che saranno in circolazione molto, molto a lungo. Sono stato onorato ad essere parte di un tributo a CMT Awards assieme a Billy Gibbons e Slash ed anche a Paul Rodgers, col quale non avevo mai lavorato prima. Lui e Gary erano amici da cinquant’anni.

Abbiamo perso anche Jeff Beck ad inizio anno. Anni fa registrasti “The Pump” per un disco omaggio, “To Beck And Back”.

Beck era probabilmente il chitarrista più singolare di tutti. Sono un suo grande fan. In qualche modo ha continuato a migliorare e migliorare lungo tutta la sua vita, continuando ad aggiungere dimensioni al suo stesso stile. L’ho già detto altre volte che devo stare attento a non ascoltare troppo Jeff Beck altrimenti vorrei copiarlo e questa non è mai una buona cosa per qualunque artista, suonare troppo come qualcun altro. Era talmente grande da essere stimolante, i chitarristi volevano imparare a fare quel che stava facendo lui. Sono stato fortunato a vederlo suonare diverse volte verso la fine della sua vita ed ogni volta suonava in modo fantastico. Ogni disco che ha fatto era diverso dal precedente e posso solo avere il massimo rispetto per Jeff. Oh e sono onorato di aver potuto suonare con lui sul palco.

C’è qualcosa anche di Gary o Jeff che è filtrato nella tua musica?

Sì, penso che entrambi abbiano influenzato la mia musica in modi difficili da descrivere. Semplicemente sulla base di quanto sono stato esposto a quella musica e quanto l’ho amata. Sai, talvolta non sappiamo esattamente in che modo l’influenza di qualcuno si paleserà. Alcune volte è più evidente di altre. Di recente abbiamo suonato nella mia città natale, Asheville, North Carolina e la prima sera abbiamo suonato “Freeway Jam” col mio amico Mike Barnes, un formidabile chitarrista col quale sono cresciuto e la sera dopo “Cause We’ve Ended As Lovers”, ed era solo la seconda volta che la suonavo. Allo stesso tempo è qualcosa di impegnativo e bellissimo. Ovviamente abbiamo suonato negli anni molte canzoni dei Lynyrd Skynyrd, n on solo “Simple Man”.

Gov't Mule

Gov’t Mule foto Shervin Lainez

C’è qualcosa di simile a quando avete suonate materiale del repertorio di Rolling Stones (Stone Side Of The Mule) o Pink Floyd (Dark Side Of The Mule), suonare questi pezzi ti porta in direzioni inattese?

Si, assolutamente e scopri sempre qualcosa o impari qualcosa su quella musica che magari non sapevi o non avevi capito prima. E in qualche modo questo si fa strada nella tua musica in futuro.

Talvolta hai lavorato come produttore, per esempio per il disco che ha rivelato Marcus King qualche anno fa. Cosa pensi degli artisti della generazione di Marcus, pensi che guardino a te come tu guardavi a Johnny Winter o Duane Allman quando hai iniziato?

Penso che i musicisti di questa generazione a cui fai riferimento abbiano molta musica da conoscere e da cui attingere. Molta più di quanta non ne avessimo noi, perché hanno anche tutto quello che è successo dopo da ascoltare. Per certi versi spetta a loro tenere in vita la vera musica, continuare la tradizione, non arrendersi alle tendenze in voga nella pop music e aspirare a portare musica nel futuro che tenga il passo di quella del passato. Dalla metà degli anni Sessanta ai primi Settanta c’è stata tantissima grande musica, e questa musica si confermerà come tra le migliori mai realizzate, ma la giovane generazione può portarla avanti e creare qualcosa di nuovo, che spero sarà allo stesso modo senza tempo. E ci sono un sacco di validi giovani musicisti là fuori. Hai citato Marcus che è un grande cantante e chitarrista, ma comincio a vedere sempre più giovani donne che cantano e suonano la chitarra, più che negli ultimi dieci anni. Non so come mai, forse è un momento migliore per loro.

Lo rifaresti? Intendo di produrre un disco per un altro artista?

Mi è piaciuto farlo quando ho tempo, perciò si, se fosse la situazione giusta mi piacerebbe.

Matteo Bossi


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