Il primo aggettivo che verrebbe da associare alla formazione di Diego Mongue è “sorprendente”: il giovane batterista, che suona pure basso e chitarra, offre un miscela estremamente coinvolgente di generi, fra blues e jazz, funk e rock. Insieme alla cantante Chantell McFarland, al bassista Chase Bradshaw e al chitarrista Cameron Bencivenga (Guitar/Drums), il quartetto ha ben presto ampliato la sua notorietà oltre i confini locali della contea di Berkshire, nel Massachusetts. Sicuramente la sua passione fin da bambino per la produzione di Frank Zappa l’ha portato a sviluppare arrangiamenti e strutture armoniche di notevole spessore: e l’energia generale dell’album spicca fin dalle prime battute. L’introduzione strumentale offre un groove coinvolgente, dove emerge il virtuosismo e dei musicisti, che brillano con assoli incisivi e potenti. È quasi un trampolino di lancio per la title track, dove la voce potente e appassionata di Chantell cattura immediatamente l’attenzione: la fusione di elementi soul, blues e jazz è impeccabile, con una chitarra tagliente e un piano elettrico che aggiungono profondità e carattere alla composizione.

Tra le migliori tracce dell’album, spicca la reinterpretazione di “44 Blues”, che cattura l’essenza del brano originale di Howlin’ Wolf, aggiungendovi un tocco personale e contemporaneo. Un altro vertice è poi dato da “Give Me Strength”, in un’armoniosa fusione fra blues e funk, creando un’atmosfera coinvolgente e ritmata: la voce vellutata della McCulloch ritorna nuovamente, arrivando anche a vette non concesse ai più, mentre le tastiere di Liam Gizster aggiungono sfumature ricche e sofisticate al brano. Il tastierista è ancora protagonista nell’altra spettacolare cover, “Rollin’ and Tumblin’”, con un assolo ispirato, come quello successivo di Bencivenga. La band mostra la sua capacità di rallentare il ritmo in “Sleepless Night Blues”, con un’interpretazione vocale intima che evidenzia la carica emotiva di Chantell: quasi con un senso di continuità c’è poi “Find My Way Again”, altra eccellente dimostrazione dell’intesa tra i membri della band. La conclusione è lasciata all’esplosiva “Blues All Day”, che combina ritmi incalzanti, riff di chitarra accattivanti e una sezione ritmica solida e dinamica. L’unione di molteplici influenze, il talento e la versatilità della formazione risultano, come detto all’inizio, davvero sorprendenti: la loro abilità nel navigare tra stili e generi con fluidità, passando da ritmi pigri a riff di chitarra incisivi e avvincenti, rende la Diego Mongue Band uno dei gruppi più interessanti da seguire.

 

                                                                                                          Luca Zaninello

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