Freddie King è a ben ragione considerato “uno dei tre re del blues”, insieme ad Albert e BB King: l’ultimo album di Popa Chubby si propone allora come un omaggio appassionato e a tratti incandescente al leggendario Texas Cannonball, il soprannome con cui Freddie era spesso citato. Gli 11 brani scelti catturano l’essenza del suo blues, infondendogli energia e stile decisamente moderni, rendendo questo lavoro non soltanto un tributo e una dichiarazione d’affetto, bensì una celebrazione della sua influenza sia sul blues che sul rock. Popa Chubby condivide il suo progetto con un gruppo di musicisti di altissimo livello, come emerge dalla traccia di apertura, la celeberrima “I’m Going Down”, suonata con Joe Bonamassa: il brano dà quasi il tono al dischetto con duelli di chitarra al fulmicotone e voci appassionate. Con il mancino Eric Gales viene eseguita l’elaborata “My Credit Didn’t Go Through”, arricchita dalla sezione fiati e dal coro nel ritornello, mentre l’apporto di Albert Castiglia emerge sia in “Love Her with a Feeling” e soprattutto nella strumentale “The Stumble”. Tutti i brani pulsano di energia ad alto voltaggio e mettono in evidenza tanto la solidità del lavoro di chitarra di Popa Chubby, quanto il virtuosismo dei suoi colleghi: lo ribadisce con Christone “Kingfish” Ingram in “Big Legged Woman”, con i loro assoli esplosivi e le voci particolarmente grintose, e analogamente nell’elettrizzante “Pack It Up”.

In “She’s a Burglar” il tono si ammorbidisce ma l’intensità non cala affatto: insieme a Mike Zito ne viene data un’interpretazione di grande fascino con fiati pieni di sentimento e un duetto vocale accattivante. A seguire l’altro grandissimo cavallo di battaglia del compianto Texas Cannonball, scomparso a soli 42 anni, ovvero quella “Hideway” che è stata interpretata da un numero infinito di musicisti. Qui è eseguita con Arthur Neilson, che ritroviamo nelle altre due strumentali, la spettacolare “San Ho Zay” e poi nuovamente in “Heads Up”. Da sottolineare il prezioso supporto della sezione ritmica, che vede Mike Merritt al basso e Andrei Koribanics III alla batteria, a cui si aggiunge il tastierista Mike DiMeo: i tre forniscono una solida base che attraversa con pari dinamica i territori che si trovano fra blues e rock. Popa Chubby si congeda con “Same Old Blues”, in compagnia di V.D. King, regalando uno slow che trasuda la sua intensità in ogni passaggio. Dall’inizio alla fine, “I Love Freddie King” è un concentrato di energia pura, un tributo a una delle figure più influenti del blues, offerto con autenticità da straordinari chitarristi che catturano l’eredità di Freddie per proporla alle generazioni che verranno.

 

Luca Zaninello

 

Category
Tags

Comments are closed

Per la tua grafica

Il Blues Magazine
COMFORT FESTIVAL

EBC 2025

L’ARTISTA CHE NON C’ERA

EBC 2025