SACROMUD - The Sun Experience

Se, come cantava Lennon, “life is what happens when you’re busy making other plans”, a volte la vita i piani li rimescola e non necessariamente in peggio. Già, perché il progetto o sogno, se preferite, dei Sacromud di registrare almeno un brano alla mitica Sun Records durante il loro soggiorno a Memphis per partecipare agli IBC nel gennaio 2024, in circostanze normali si sarebbe probabilmente infranto, una situazione eccezionale ha fatto sì che gli astri si allineassero.

E quindi, forse, la “ice storm” già titolo di un vecchio brano di Big Jack Johnson, che è passata su Memphis e il Mississippi settentrionale in quel gelido gennaio, si è rivelata un inaspettato assist della sorte per la band eugubina.

In effetti l’emozione di suonare in quel posto che rappresenta una bella fetta di storia della musica americana tout court, ha di certo pervaso Maurizio Pugno e soci e possiamo vederla dai filmati diffusi in rete che documentano le registrazioni.

Tanti sorrisi, un pizzico di incredulità senza però farsi prendere dall’ansia ma semplicemente suonando al meglio. Ed è evidente anche all’ascolto di questi sette brani, pescati con cura dal loro repertorio, in alcuni casi riarrangiati per l’occasione e arricchiti poi da una ottima sezione fiati di quattro elementi, The Cape Horns. Conosciamo ormai l’ampiezza della visione musicale del quintetto, senza steccati, colorata e piena di riferimenti ad artisti e band che apprezzano, interiorizzati alla loro maniera e The Sun Experience non fa che rafforzarla.

L’architrave ritmica è costituita da Riccardo Fiorucci e Franz Piombino, corroborata dal lavoro sui tasti (piano e organo) di Alex Fiorucci e poi c’è la chitarra Pugno, le sue linee melodiche, il lavorio ritmico e i riff che tengono insieme influenze diverse.

Un aspetto che si apprezza appieno in tutto il disco, specialmente in una lunga e intensa “Pray For Me”, recuperata da “Kill The Coffee” (2009), con un assolo molto lirico e un cantato davvero espressivo di Raffo Barbi. “Sticky Situation”, in origine composta da Pugno ai tempi della collaborazione con la cantante Miz Dee, guadagna in questa versione memphisiana delle atmosfere swamp blues e un finale arrangiato con ottime dinamiche.

E che dire dell’entusiasmo con cui suonano “Symmetry” o “Holy Day”, brani che potrebbero provenire, paradossalmente, da una session in qualche altro studio cittadino, Royal, Stax o Ardent, per esempio, per via del succoso impasto tra funk e R&B.

Si chiude in bellezza con la riscrittura di un brano già nel loro disco in studio e qui intitolato, giustamente, “(Extra)Ordinary Day”, con Barbi ispirato e istrionico e ancora un encomio alla sezione fiati che sembra presa, per ricchezza e tiro da un disco della Tedeschi Trucks Band.

Una giornata, quella trascorsa alla Sun, del tutto fuori dall’ordinario destinata a rimanere a lungo nella memoria dei Sacromud.

E il disco restituisce le emozioni di quello che hanno combinato al 706 di Union Avenue a Memphis, Tennessee, costituendo un’ esperienza di ascolto completamente appagante.

Matteo Bossi

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