Russell Alexander ci riporta indietro nel tempo con la sua Hitman Blues Band, mantenendo però quello spirito moderno che emerge in ogni traccia del suo ultimo lavoro: si tratta di una raccolta di cover, con le quali guida l’ascoltatore in un viaggio emozionante attraverso le reinterpretazioni spesso assai originali di alcuni classici intramontabili del blues. Lo si coglie subito con la potente versione di “Hoochie Coochie Man” di Willie Dixon, che apre l’album e dimostra la capacità della band di dare nuova vita a un brano di tale importanza: il ritmo trascinante e l’eccellente arrangiamento dei fiati offrono immediatamente uno degli episodi migliori del dischetto. Le sorprese continuano con la trasformazione di “The Times They Are A Changin’” di Bob Dylan, resa affascinante da uno splendido groove funky: di nuovo il contributo dei quattro fiati di Mikey Vitale, John Kelly, Eric Altarac e Nick Clifford è fondamentale, così come l’intesa fra il bassista Mike Porter e il batterista Guy LaFountaine, protagonisti di due brevi assoli. I sapori gospel emergono chiaramente in “John The Revelator”, così come i fiati ritornano a dare il loro prezioso contributo in “Nobody’s Fault But Mine”, altre due tracce apprezzabili.

Si passa quindi dal pigro andamento di “Sunday Morning Coming Down” allo scanzonato “Who Put The Benzedrine In Mrs. Murphy’s Ovaltine”, a chiara dimostrazione della versatilità del gruppo, che abbraccia un’ampia varietà di stili. Russel è da solo nell’offrire delle versioni totalmente acustiche di “Good Morning Judge” e poi di “Come On In My Kitchen” di Robert Johnson, coniugando qui il profondo rispetto per le radici del blues, con il suo stile contemporaneo; con il resto della band continua a esplorare territori tracciati dai grandi maestri, come dimostra la solida esecuzione di “Death Letter” di Son House, per concludere infine con una fedele interpretazione di “Boom, Boom” di John Lee Hooker, qui in una registrazione dal vivo, molto vicina all’originale e al suo spirito. La Hitman Blues Band dimostra un’indubbia capacità di affrontare brani iconici con stile e maestria: ogni cover è proposta con passione e creatività, mostrando il profondo legame con la tradizione blues e l’abilità della formazione di presentarla con grande freschezza.

 

Luca Zaninello

 

Category
Tags

Comments are closed

Il Blues consiglia

 

Comfort Festival 2024

Per la tua grafica

Il Blues Magazine