Acqua e musica, musica e acqua. Un connubio apparentemente incomprensibile, eppure se da un lato l’acqua è elemento imprescindibile per la vita di ognuno, la necessità di godere della bellezza della musica è anch’esso fondamentale per la salute di molti. Ce ne siamo accorti durante un anno maledetto il 2020, dove quest’arte ha sofferto più di altre la mancanza dei suoi eventi e delle tante espressioni. Abbiamo imparato a non dare più nulla per scontato e allora tornare sulle sponde del lago, per una nuova edizione del Trasimeno Blues Festival, si trasforma in una vera e propria festa, un momento da ricordare. Qui il connubio acqua e musica diventa naturale come respirare, e i pomeriggi di “Blues Lake Drops”, concerti sulle barche dei pescatori per le sponde del lago, diventano l’espressione più rappresentativa ed emblematica. In realtà il festival è stato uno dei pochi che non si è fermato, nemmeno nel periodo più critico della pandemia, per la tenacia e volontà dell’ideatore Gianluca Di Maggio e del suo staff. Iniziata nel 1996 questa bella avventura è tornata nella settimana di luglio che va dal 19 al 25 con i suoi immancabili concerti, correlati a vari eventi, come presentazioni editoriali e visioni documentaristiche. Come tradizione vuole ormai da qualche anno, l’apertura del festival è avvenuta presso il ristorante Onda Road con il concerto della Pugno Blues Band del chitarrista Maurizio Pugno che per l’occasione presenta il nuovo album intitolato “Resized”. Il festival è proseguito il giorno seguente al Supernova di Vernazzano con il ritorno della Nkem Favour Blues Band. Apriamo questo nostro riassunto dalla terza giornata del festival, presso Panicale, dove nel pomeriggio Elisa de Munari ha presentato l’opera letteraria intitolata “Countin’ The Blues – Donne Indomite” per poi vestire i panni di Elli De Moon e circondata da innumerevoli strumenti e attrezzi vari proporre un breve set di essenzialità sonora attraverso la dimensione di one woman band.

Foto di Simone Bargelli

Da lì a poco torna sul palco del Trasimeno la cantante Noreda Graves, già ospite in un’edizione di qualche anno fa. Accompagnata da una solida band tra cui il bravo Riccardo Cancellieri alla chitarra, da’ vita ad un set di bell’impatto. Soul, funk e tanto ritmo in una situazione dove emerge la splendida vocalità di Noreda, brava anche nel saper creare lo show e coinvolgere il pubblico. Una presenza importante e una voce potente fatta di colori più vari, partendo dal golpel per entrare con forza nel rhythm and blues più dinamico. Una facilità espressiva che emerge soprattutto nelle ballate e nei momenti più intimi, ma sono comunque i pezzi più energici ad essere maggiormente apprezzati dai presenti nel parco. Qualche originale e tante riletture, ottima la versione di “Dr Feelgood” di Aretha Franklin.

Foto di Simone Bargelli

Bel concerto per una serata all’insegna di vibrazioni positive e atmosfere brillanti, proprio quello che serviva dopo i tanti mesi di lockdown. Anima e groove, questo è stato il concerto di James Senese, giovedì 22 luglio. Musica innanzi tutto; è lei la protagonista principale. Poche chiacchiere e tanta sostanza, per un artista che ha fatto la storia della musica italiana e ha colorato la città di Napoli con quell’unicità che l’ha sempre caratterizzato. Suona brani dal recentissimo “James Is Back” per poi iniziare un breve viaggio con le sue composizioni più datate passando per il bellissimo “’O Sanghe”, progetto che nel 2016 lo ha inondato di premi e ottime critiche.

Foto di Simone Bargelli

James, accompagnato da un’ottima band che vede Fredy Malfi alla batteria, Rino Calabritto al basso e Lorenzo Campese alle tastiere, ribadisce di essere musicista sensibile e ricco di melodie in quel connubio di suoni che potremmo definire fusione di stili o forse semplicemente Senese Sound. Armonie legate a tempi passati, quando la musica ed i concerti assumevano valori importanti. Sold out alla Rocca di Castiglione per un pubblico attento e in ammirazione di fronte ad un set fatto di contenuti, anche emotivi. Immancabile il ricordo di Pino Daniele. La serata è stata preceduta dalla visione del docu-film “James” presentato alla mostra del Cinema di Venezia nel settembre 2020. Una carica vitale, quella dei Savana Funk, quartetto che ingloba tecnica, ritmo, contaminazione e tanto gusto. Il set, in sostituzione a quello di Abou Diarra, è un incessante viaggio tra rock, suoni psichedelici, funk e linee melodiche quasi ancestrali. Gran parte del repertorio suonato arriva dal recente “Tindouf” per una band che ha anche una naturale e forte presenza scenica. La Rocca di Castiglione del Lago, continua ad essere contenitore di grandi contaminazioni musicali. Concerto ricco di energia dove rimanere fermi diventa una vera sfida. I groove sono frenetici, a volte ipnotici. Una band che ha singolarità d’eccellenza ma al tempo stesso una coesione e interesse d’intenti veramente rari di questi tempi. Blake Franchetto (magistrale) al basso e Youssef Ait Bouazza alla batteria sono un motore incessante fatto di ritmi potenti e gusto stilistico. Aldo Betto alla chitarra una macchina di entusiasmo e armonie; Nicola Peruch alle tastiere un collante imprescindibile. Tra i migliori concerti di questa edizione. Il risultato è un pubblico in delirio, danzante e sorridente.

Foto di Simone Bargelli

Già ci avevano convinto un anno fa, oggi confermano la loro crescita inarrestabile. La serata è stata aperta dal progetto di Tito Esposito and The Bambara’s con l’intento di fondere culture e suoni distanti in un equilibrio, non sempre riuscitissimo, di folk, afro beat e un pizzico di blues. Il festival resta alla Rocca anche la sera seguente. Ironico, atletico e funambolico. Una vera forza della natura, oltre anche la pioggia che ha provato a rovinare la serata di sabato 24. Sax Gordon insieme alla superba Luca Giordano Band ha offerto uno spettacolo di alta scuola. Rhythm and blues, funk, soul, rock n’ roll, questi gli ingredienti di una ricetta esplosiva e ricolma di stile. Un set dove il sassofono di Gordon è una fabbrica incessante di note sparate a mille!!! Non si risparmia mai nemmeno nei momenti più slow. D’altra parte la band di Luca è un solido alleato, fra il meglio che si possa trovare in Italia e il motivo è ben evidente nella serata lacustre, l’ultima di questa loro tournée. Un connubio riuscitissimo per un altro concerto da incorniciare.

Foto di Simone Bargelli

Tra i brani più intensi proposti da Luca ci piace ricordare “No Consideration” di Jimmy Burns, mentre “So Good” contenuta nell’ultima opera di Gordon Beadle la citiamo in rappresentanza del suo inconfondibile sound. Set fantastico! La giornata conclusiva è iniziata nel pomeriggio di domenica con la presentazione del libro “Voodooblues – il misterioso caso di Robert Johnson” di Sara Bao e proseguita con il ritorno di Betta &Luti, come sempre eccezionali, nell’ambito di “Blues Lake Drops”; mentre la Rocca tornava a vestire i panni di quei suoni che negli ultimi anni sono diventati sempre più familiari al popolo del Trasimeno. L’Africa è protagonista con due set dedicati a paesaggi lontani di culture antiche. Kora Hero prima e Bombino insieme a Adriano Viterbini poi, hanno creato atmosfere sognanti attraverso melodie che arrivano da fotografie di deserti e popoli dimenticati.

Foto di Simone Bargelli

In entrambi i casi, i concerti sono riusciti a creare ambienti intimi, armonie a volte ipnotiche ed esotiche in un contesto dove il silenzio del numeroso pubblico presente racchiude la miglior critica possibile. Va comunque ribadito che la proposta offerta, seppur ricca di emozioni e note d’indubbio calore, possa essere apprezzata nella sua più completa totalità da chi è familiare con questa scena e queste musiche. Ottimo e affascinante l’incontro di culture e stili fra Bombino e Viterbini, in quello che era uno degli appuntamenti più attesi e che non ha certamente deluso. L’autenticità è stata tangibile. Prima di concludere questo nuovo racconto vogliamo ricordare un interessantissimo set avvenuto nel pomeriggio di venerdì 23 tra Giulio Allegretti, in arte Spookyman e il bravissimo armonicista Simone Nobile; entrambi provenienti da quella ardente nuova scena romana hanno convinto per il linguaggio proposto, il rispetto verso le origini e la briosità delle proprie composizioni.

Foto di Simone Bargelli

Speriamo di rivederli su qualche palcoscenico “stabile” dopo l’esperienza tra le onde del lago. Oltre agli artisti citati hanno completato il cartellone del festival; One Horse Band, The Bus Driver Is Drunk, Swingle Kings, Mizula. Sono molti anni che puntualmente ci immergiamo tra i luoghi del lago, per questo connubio affascinante fatto di acqua, musica e sapori; quest’anno però è stata una gioia diversa, una boccata di ossigeno per l’anima e una dimensione dove poter anche riflettere su tutto ciò che ci circonda e ci viene proposto, a volte “imposto”. Un festival che ha nella qualità delle offerte un punto ormai consolidato; la varietà del cartellone, un aspetto da sostenere e apprezzare; la magia del suo territorio, un fattore naturale che non va mai dimenticato, perché si sa… chi si abitua alla bellezza non smetterà mai di ricercarla. Al prossimo blues, sulle sponde del Trasimeno.

Simone Bargelli

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