LA STORIA DI UN UOMO E DI UNO STATO ATTRAVERSO IL SUO PERCORSO MULTICULTURALE

di Marino Grandi

Pubblicato nel 1970 a Londra dall’editore Studio Vista, “Blues From The Delta” di William Ferris (1) riuscimmo ad entrarne in possesso solo nel 1975, senza accorgerci che fosse una edizione ridotta (quella integrale fu editata nel 1978 negli Stati Uniti). Ci volle altro tempo, e tanta buona volontà, per rintracciare quegli LP, usati ed entrambi rigorosamente mono, che riportavano tra gli interpreti i nomi degli artisti citati da Ferris nel suo libro. Diremmo che fu quasi ovvio a questo punto, che la passione indotta dalla lettura del predetto volume e l’ascolto della musica contenuta negli album pubblicati originariamente in Gran Bretagna, “The Blues Are Alive And Well” (XTRA 1015) e “Blues From The Delta” (Matchbox 226), furono tali da legarci, in maniera che ormai possiamo definire indissolubile, a quella forma di blues che Robert Palmer anni dopo etichettò giustamente come Deep Blues. Da allora dovettero trascorrere 35 anni prima di conoscere personalmente Ferris, conoscenza avvenuta, ironia della sorte, a Boretto il 26 giugno 2010 sul fiume Po a bordo di un battello fluviale su cui avrebbero suonato Elmo Williams & Hezekiah Early, occasione che Ferris colse per presentare il suo nuovo libro “Give Me Poor Heart Ease” e noi per scambiare quattro chiacchiere con lui. Ecco perché dopo aver apprezzato di persona la statura umana di William (implementata dall’intervista pubblicata nel n.125), diventava inimmaginabile ignorare la pubblicazione di “Voices Of Mississippi”. Editato dalla Dust-to-Digital” (già benedetta autrice di altre produzioni sopra la media) sotto forma di cofanetto, raccoglie parte del materiale musicale ed umano raccolto da Ferris in un periodo compreso nell’arco di quasi 30 anni. Esso consta di 3 CD (2 dedicati al blues ed al gospel compresi tra il 1966 ed il 1978, ed uno dedicato alle interviste e racconti dal 1968 al 1994), 1 DVD con tracce di documentari comprese tra il 1972 ed il 1980, ed un libro di 120 pagine con scritti di Scott Barretta, David Evans e Tom Rankin.  [continua a leggere nel n° 143 – giugno 2018]

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