Ana Popovic - Power - Il Blues Magazine

Quando nel 2020 è stato pubblicato “Live For Live”, nessuno sapeva che ad Ana Popovic era stato diagnosticato un cancro al seno: oggi lei ricorda come quella situazione sia stata devastante (aveva perso la madre tre anni prima per la stessa ragione). Nell’incertezza del momento ha anche considerato di lasciare la musica, ma il supporto della sua famiglia e del suo bassista Buthel Burns è stato determinante: “Non puoi andare in pensione, sei nata per questo, dobbiamo toccare le persone con la nostra musica”. Ana stessa riporta queste affermazioni di Burns e, dopo 14 trattamenti di chemioterapia e un’attività compositiva che non si è mai fermata, agevolata dalla tecnologia che con Zoom ha permesso anche di fronteggiare la pandemia, il risultato è offerto dal nuovissimo “Power”.

Molti brani sono profondamente personali e la chitarrista ha voluto esprimere qui tanti valori e principi che le sono cari: lo fa già dalla copertina, con due mani di diverso colore che si tengono, e con la scelta del titolo, dove “potere” simboleggia l’unità, la forza che farà avanzare questo mondo. Per questa ragione ha scelto un brano d’apertura potente, composto dall’amico Kenny Wayne Shepherd: “Rise Up” è una chiamata all’azione, un inno che invoca il cambiamento e la giustizia per gli emarginati, musicalmente ricco di dinamica e con un assolo che ci ricorda alcune sonorità del miglior Frank Zappa. Altro assolo da incorniciare nella coinvolgente “Power Over Me”, la prima traccia che vede al completo la formazione che l’accompagna nelle tournee europee con Michele Papadia alle tastiere, Claudio Giovagnoli al sax e Davide Ghidoni alla tromba; si passa poi a “Doin’ This”, arrangiata magnificamente, che parla della gioia di creare qualcosa che rende felici le persone. La stessa freschezza la ritroviamo in “Strong Taste”, un coinvolgente roadhouse blues, come pure nella ballata “Luv’n Touch”, introdotta dall’acustica e che parla proprio dell’importanza di avere il sostegno di qualcuno nei momenti difficili.

Il dinamico “Queen of The Pack” racconta le sfide che una donna deve affrontare per dirigere una band, in un mondo dominato dagli uomini: “La mia band mi chiama The Boss Lady che per me è divertente perché non mi sento affatto così”, sostiene Ana, “ma essere il frontman di un gruppo con grandi musicisti richiede di mantenere quel livello alto, ed è ciò che cerco di fare”. La piacevolissima “Recipe Is Romance” merita una sottolineatura particolare, poiché vuole essere un messaggio forte a tutte le donne, dicendo loro che possono sempre sentirsi attraenti e sexy, star bene con sé stesse, anche se si stanno ancora riprendendo da fatiche, lotte e difficoltà: l’amor proprio è la chiave per l’empowerment, come descrive bene anche il piacevole video del brano. Dopo la rilassante “Deep Down” ritroviamo l’hammond di Michele che caratterizza “Ride It”, curata in ogni dettaglio, come d’altronde ogni altra traccia, per passare alla potente “Flicker & Flame”, dagli accenni hendrixiani: non dimentichiamoci infatti che la Popovic è stata l’unica chitarrista donna a essere inclusa nel tour di tributo a Hendrix dal 2014 al 2018.

Il finale è lasciato all’orecchiabile “Tun My Luck”, che si muove fra blues e soul, scandito dai battimani che invitano a battere il tempo e con cui si conclude un altro album eccellente, che non esitiamo a considerare già fra i migliori del 2023. Oggi Ana è più forte e motivata che mai, vuole ispirare le persone e, nell’augurarle la piena ripresa, intesa come vittoria sul suo male, ci piace terminare con le sue stesse parole: “questo disco ha portato al mio spirito la salvezza di cui aveva bisogno e, alla fine, la musica e la mia Fender Stratocaster del ’64 mi hanno salvato la vita. Devi vedere e riconoscere la gioia nelle cose intorno a te: aggrappati a ciò che è la tua passione nella vita e ti rende veramente felice”.

 

Luca Zaninello

 

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