Il Blues Magazine - Coco Montoya - Writing On The Wall

Con una carriera solista quasi trentennale, il chitarrista losangelino Coco Montoya, ai più noto per aver militato nelle fila dei Bluesbreakers di John Mayall, pago ormai da tempo di essersi “laureato” a quella scuola d’alta formazione che rimane la band del “leone di Manchester”, se ne esce in questi giorni col suo ultimo corposo lavoro a suo nome, “Writing On The Wall”, il sesto disco per la casa di Bruce Iglauer, dopo una parentesi per Ruf Records. Certo che l’aver calcato i palchi è un’esperienza che risale a molto tempo indietro per il nostro, perché, classe 1951, Montoya ha vissuto i tempi d’oro della nascita del rock-blues come lo conosciamo oggi, e l’aver bazzicato i posti giusti al momento giusto, ne fa un artista che con naturalezza si è ritrovato prima batterista con Albert Collins, da cui imparò l’approccio alla chitarra, quindi con John Mayall, di cui ci racconta nella bella intervista abbinata a quest’uscita che, tornato a fare il barista, quando quello lo chiamò per sostituire Mick Taylor, lui stesso pensò ad uno scherzo e riattaccò. L’insistenza di Mayall sarà una delle lezioni di autostima che Montoya non dimenticherà, assieme a quella con Collins, complici entrambi di aver saputo far uscire da quel “ragazzo” le doti migliori, incanalandole nella giusta direzione. Disciplina e professionalità sono gli altri insegnamenti attraverso i quali passano i valori acquisiti alla scuola della vita, dai grandi maestri che Montoya ci ricorda, e che ne fanno oggi un altrettanto valido professionista e interprete di blues, se non anche un bluesman bianco. In quest’ultimo disco per Alligator, prodotto da Tony Braunagel (spesso dietro le quinte di dischi del west-coast blues), le tredici tracce alternano una cinquina di pezzi autografi o a quattro mani, assieme al bagaglio di una vita, ripreso assieme ai suoi compari Jeff Paris, tastierista e co-autore, Nathan Brown al basso e Rena Beavers alla batteria. Il risultato ce lo canta soddisfatto un instancabile musicista, divertito nel portare sempre avanti gli obiettivi di una vita, che non manca di concederci di riascoltarlo in “I Was Wrong”, apertura che già si palesa echeggiare chitarristicamente il brano che lo rivelò a Mayall in un locale anni orsono, la “All Your Love” di Otis Rush in salsa Bluesbreakers; così come brilla il mid-tempo della “You Got Me” di Bobby Bland, assieme all’intenso feelin’ di “Bad About Doin’It” di Jeff Paris, con tanto di coro. Ma alcune sono pure gioiellini ripresi da angolazioni meno mainstream, come l’omaggio a Frankie Miller con la canzone scritta dal Free Andy Fraser, “Be Good To Yourself” dall’album “Full House”; o la profonda rivisitazione di “Stop”, di Lonnie Mack; quanto il binomio con ospiti cede al rock più stradaiolo “A Chip And Chair” assieme a Lee Roy Parnell alla slide, e compensa divertito all’incedere danzante di “Baby, You’re A Drag”, con Ronnie Baker Brooks. “Writing On The Wall”, il disco, è un gradito ritorno e summa di una storia: un blues non innovativo, certo, ma una rivisitazione autentica e nient’altro che alla maniera di.. .Coco Montoya.

 

Matteo Fratti

link intervista a Coco Montoya

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