Ogni tanto capita, per fortuna, di essere sorpresi, in positivo si intende, da un concerto o da un disco; è successo il 9 maggio scorso al Biko di Milano dove ci eravamo recati con grande curiosità,  ma anche con qualche dubbio sollevato dal suo ultimo disco “Nights Like This”. Invece, abbiamo scoperto un vero talento! Alle 22.30 ha aperto la serata un gruppo italiano, Olly Riva & The Soul Rockets, che con la giusta carica non delude e propone un concerto in linea con la serata. Da elogiare la sezione fiati dal bel tiro e un repertorio che combina cover “I Got A Woman”, l’hendrixiana “Fire” col riff delineato dai fiati e qualche orignale “Music in Black & White”.  E’ finalmente il momento di Eli “Paperboy” Reed e dei suoi True Loves, una band di sei elementi, trentenni come lui, di varia provenienza, con batteria (Attis Clopton), basso, chitarra (Jesse Barnes), tastiere e due fiati. Con lo stesso piglio dei suoi maestri del passato di r&b, il giovane cantante bianco di Boston, ha subito creato il giusto clima con “WooHoo”, che diventa poi “The Satisfier”.

Foto di Matteo Bossi

Alla grande qualità naturale della voce,  Eli e i suoi soci abbinano una notevole padronanza del palco, sfoderano dinamiche della miglior tradizione r&b e soul e sanno costruire la tensione di un brano fino al climax, per poi distenderla con naturalezza; il pubblico è in pratica attaccato al palco e risponde con calore alle sue sollecitazioni. La situazione ideale per immergersi in un vero concerto di soul, sudato e trascinante come ai tempi d’oro degli artisti che Reed ha mandato a memoria. La set list pesca dai suoi dischi, con una ovvia predilezione  per l’ultimo. Splendide ballate alla Sam Cooke come “It’s Easier” che il nostro inizia solo voce (senza microfono) e chitarra, belle anche “Stake Your Claim”, la corrosiva “Take My Love/You Can Run On” e la melodia di “Not Even Once”. Le cover sono  riappropriate e attingono a fonti imprevedibili, “Love On Top” (Beyonce!), “Ace Of Spades” (Motorhead) e il primo bis  “Call Your Boyfriend” (in origine “Call Your Girlfriend”) della cantante Robyn, “a lei non è piaciuta la nostra versione e ci ha persino diffidati dal pubblicarla, ma noi l’abbiamo fatta lo stesso”, racconta lui divertito introducendola. Eli non si risparmia e conclude alla grande con “Explosion”. Per tutto il concerto ha mantenuto un invidiabile controllo della voce, passando dall’urlo alla Wilson Pickett, a una ballata, o a un tono da predicatore laico che cerca il contatto col suo pubblico. Siamo usciti dal locale portando con noi un po’ dell’entusiasmo che Reed ha riversato dal palco e, fatta forse eccezione per Black Joe Lewis,  ci sono venuti alla mente altri giovani bianchi che dietro al nome “The Commitments”, si erano invaghiti del soul e r&b per l’omonimo film. Stessa musica, stessa atmosfera, stessa carica. Davvero una gran bella serata.

 

Matteo Bossi e Silvano Brambilla

 

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