Vogliamo sottolineare un fatto che è possibile riscontrare “nell’archivio” del festival di Ameno fin dalla prima edizione ovvero, un riguardo per i musicisti italiani pari a quelli americani e inglesi. In passato quando la maggior parte dei Festival dava, in termini di considerazione, il minimo sindacale alla gran parte degli artisti italiani, gli organizzatori del suddetto festival li hanno sempre inglobati in cartellone con la  stessa importanza dei colleghi stranieri.

Il programma di questa edizione 2016 includeva l’iniziativa “Women In Blues”, spalmata in due serate. il 24 giugno con Linda Valori & Maurizio Pugno Band e Eliana Cargnelutti Band. Il 25 con l’italiana Betta Blues Society che include la cantante Elisabetta Maulo, e a seguire il trio Blue Sisters di casa Ruf. Delle due serate eravamo presenti alla prima, dove sul palco sono salite le due artiste italiane che possiamo affermare di levatura internazionale e molto apprezzate dal pubblico presente che ha spesso applaudito e non certo per scacciare le zanzare.

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A dare il via è stata Eliana Cargnelutti, una ragazza dall’animo rocker con già sulle pareti della sua  camera parecchi riconoscimenti provenienti anche dagli Stati Uniti. Non è un caso che  la nota etichetta tedesca Ruf, specializzata in “vicende” femminili, l’abbia presa con sé pubblicandole l’anno scorso il suo ultimo CD e includendola nell’antologia “Girls With Guitars” del progetto annuale Blues Caravan edizione 2015.  Accompagnata da basso, batteria e tastiere, ha mostrato con quanta naturalezza suona la chitarra elettrica e canta, estraendo di base un solido rock puntellato da incursioni funky, boogie e delle sfumatura di blues. Tenace, grintosa, brava ad evitare autocompiacimenti, e sicura di sé al punto da proporre un repertorio di soli  pezzi suoi, fatta eccezione per una cover di uno dei suoi principali punti di riferimento, Warren Haynes. Un’ottima apertura di serata, portata alla celebrazione massima da Linda Valori, accompagnata dalle chitarre di Maurizio Pugno & Band: Lorenzo Cannelli organo, Franz Piombino basso, Giuliano Bei batteria. E’ stato un concerto straordinario, Linda è ormai un prezioso patrimonio della musica neroamericana, e non solo dentro i confini italici. La passione e la simbiosi che ha con quello che canta la porta ad essere alla pari se non superiore a sue note colleghe americane contemporanee, e a far venire un “lieve sussulto” a  regine ancora in attività, Mavis Staples, Irma Thomas, Bettye LaVette. Ha una maturità vocale e interpretativa dai toni cangianti, riesce a personalizzare qualsiasi momento, una  frase, una parola, un sospiro.

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Con Maurizio Pugno, non solo valente chitarrista, ma autore di parti musicali e arrangiatore, Linda ha avviato una efficace collaborazione che abbiamo potuto verificare durante il concerto, fra pezzi nuovi di prossima pubblicazione e qualche cover, Il tutto con un seducente amalgama fra passato e presente. Certamente che qua e là una sezione fiati ci doveva essere, ma la bravura dei musicisti nel saper leggere i momenti, ce l’hanno fatta passare di mente. Ci sarebbe da soffermarci su ogni pezzo eseguito, ma abbiamo preso un illuminante campione che va da pezzi più ritmici, lo shuffle composto da Maurizio Pugno “The Lion’s Den” al r&b “My Turn My Time”, ai blues “I Just Make Love To You” e “Woke Up This Morning”, fino all’apice, le soul ballad! Tre, arrangiate da Maurizio Pugno e rese emozionanti da Linda Valori, la quale dopo la calorosa standing ovation, ha dichiarato: «mi ingrasso con queste cose, non con il cibo!», “The Key” (composta da Alberto Marsico), una personalissima versione di “Nights In White Satin” (dei Moody Blues) e “Time Makes Two” (di Robert Cray).  Una comunicazione per chi era assente: che serata che vi siete persi!

Silvano Brambilla

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