Bel concerto di questo tastierista, cantante di New York, lo scorso 16 gennaio al Nidaba di Milano, in una delle poche date italiane del suo tour del mese di gennaio, prima di raggiungere in Francia la band dell’amico Popa Chubby. Un ottimo trio lo accompagna, formato da Pablo Leoni batteria Alessandro Diaferio basso e Heggy Vezzano alla chitarra.

Keyes, validissimo pianista e buon cantante, ha un repertorio molto vasto dove spazia con disinvoltura e ottima conoscenza della materia, da brani dai suoi dischi solisti, l’ultimo è dello scorso ottobre, “The Healing”, ad alcuni di altri suoi colleghi, in un susseguirsi di situazioni boogie, soul, gospel e blues. Inizia con il  passo sincopato di New Orleans per “Don’t Matter Anymore”, rivestendo con la stessa atmosfera anche “Hellhound On My Trail”. Ci mette dello shuffle per “Linda Lu”, preceduta da un simpatico aneddoto sul suo autore Ray Sharpe, per proseguire con “Call Me The Breeze” di J.J Cale. Anche i suoi pezzi sono validi, “Faith, Grace, Love & Forgiveness”, un gospel che su disco, canta con un coro. Spazio anche ad alcuni pezzi solo piano e voce, tra cui una bella interpretazione di “A Song For You” di Leon Russell.

Foto di Matteo Bossi

Un concerto divertente, che non annoia mai, Dave Keyes, soddisfatto di essere in Italia, si racconta con spirito e ricorda quando venne per la prima volta ad inizio anni novanta con Bo Diddley, e ha parole d’amicizia per lo scomparso Norman Hewitt, organizzatore del Lugano Blues To Bop, che lo ha ospitato in moltissime occasioni. Quasi due ore senza interruzioni riempite anche da una ballabile “Fanny Mae”, “Givin’ It Up For Your Love” di Delbert McClinton, e un’ottima “Strange Things Happening Every Day”, dal repertorio di Sister Rosetta Tharpe, alla quale Dave Keyes è legato oltre da una ammirazione, anche dal fatto che   ha collaborato per alcuni anni con Marie Knight, a lungo partner della Tharpe, tanto è vero che la M.C. Records pubblicherà a marzo un “Live” della Knight proprio con Dave al piano. Il bis è un omaggio  a Jackie Wilson riproponendo la celeberrima “(Your Love Keeps Liftin’ Me) Higher And Higher”. I pianisti sono, ahinoi, categoria sempre più rara al giorno d’oggi ed è stato un piacere vedere all’opera un rappresentante così valido e versatile come Dave Keyes.

 

Matteo Bossi  e Silvano Brambilla

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