Slim« …Lightnin’ Slim fu il bluesman più consistente di Jay Miller…» (John Browen, “South To Louisiana”, Pelican Publishing Co., 1983)   di Marino Grandi

Non vogliamo piangerci addosso. Ma più il tempo passa e più diventa cospicuo l’elenco dei dimenticati da questa rivista. E’ altrettanto vero che molti di loro li abbiamo già ospitati, in maniera saltuaria e incompleta, nelle nostre pagine, ma nonostante ciò è con un certo dispiacere che ci imbattiamo ogni volta in personaggi di cui inconsciamente pensavamo di avervi già parlato esaurientemente. E se questo è anche il caso di Lightnin’ Slim, per le autorità Otis Hicks, di cui Ottavio Verdobbio tracciò una breve ma esauriente biografia nel numero 67 di questa rivista nelle pagine 43 e 44, cerchiamo oggi di porre rimedio alla sua musica “dimenticata” (con l’eccezione delle brevi incursioni realizzate precedentemente nei numeri 52 e 53) appellandoci alla Jasmine inglese che ricupera dal lungo oblio discografico, con il doppio CD antologico intitolato “I’m A Rolling Stone”, i suoi singoli editi dal 1954 al 1962 sulle etichette Feature ed Excello[continua a leggere nel n° 133 – Dicembre 2015]

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