Da una dozzina di anni l’associazione Mojo Station, nata dalla passione di Gianluca Diana e Pietropaolo Moroncelli, già titolari dell’omonimo programma radio, si prodiga per diffondere la cultura nera e afroamericana. La loro costanza e la passione li ha portati pian piano ad organizzare un blues Festival dallo stesso nome che viene ospitato di anno in anno in diverse locations della Capitale. Il Festival orientato da sempre secondo le personali passioni musicali dei due organizzatori è cresciuto di anno in anno fino ad ospitare questa edizione un cast veramente di alto livello. L’edizione 2015 è ospitata dal Monk, un circolo ARCI nato sulle ceneri di un jazz club situato nella periferia romana.

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Foto di Paola Paleari

Il Monk è indirizzato soprattutto a quelle che vengono definite “nuove tendenze”, ha un buono spazio all’aperto e locali al chiuso che possono ospitare un discreto numero di persone. Essendo un circolo Arci, il locale è giustamente riservato ai tesserati ma credo che la decisione di far entrare solo chi si era iscritto online precedentemente abbia un po’ penalizzato le presenze. Ho visto diverse persone che non erano a conoscenza della cosa che hanno dovuto rinunciare ad entrare. Molto interessante la presenza all’interno invece di stand con Cd blues (negozio Blutopia), di strumenti fatti a mano, alcuni molto particolari come quelli della Shaktylab che propongono stomp boxes e  washboard molto interessanti, altre chitarre resofoniche e cigar box. Insomma prima e tra un concerto e l’altro c’è la possibilità di farsi un bel giro rimanendo sempre con un piede nel blues. Ho cercato di fare una chiacchierata sia con uno degli organizzatori, che con alcuni dei musicisti italiani che vi hanno partecipato. Gianluca Diana, che conosco da anni, mi ha fatto capire che anche quest’anno sono molto soddisfatti sia del livello artistico sia della presenza di pubblico che è stata notevole in tutte le tre serate. Una cosa che io stesso ho notato che ormai il Mojo Station ha ormai un suo pubblico fedele che lo segue sicuro sempre di trovare musica di qualità nelle proposte del Festival.

CW Stoneking @ 11th Mojo Station Blues Festival - Roma 2015

CW Stoneking @ 11th Mojo Station Blues Festival – Roma 2015

Gianluca sottolinea la soddisfazione di avere anche quest’anno portato a termine con successo l’unico Festival Blues che si tiene nella Capitale, notoriamente una città non facilissima per organizzare eventi,  senza sponsor e contributi pubblici. Molto del loro successo è dovuto al grande supporto di una comunità di amici, ognuno a dare il suo aiuto nel suo campo come i ragazzi della Got my Mojo Working che fornisce amplificatori e chitarre al Festival, i bravissimi grafici che curano manifesti e locandine (quest’anno tre belle carte tipo carte da gioco con gli eroi della presente edizione) , fotografi e molto altro. Proprio il lavoro collettivo ed il carattere sociale sono alcuni degli argomenti sottolineati da Gianluca per il festival che ha dato spazio quest’anno anche ad un’importante organizzazione come Amnesty International. Insomma questo è un Festival con il suo carattere, può piacere o no ma ha una sua fisionomia ben distinta. La stessa scelta degli artisti internazionali, dovuta oltre che chiaramente ai gusti degli organizzatori, predilige musicisti accuratamente selezionati da loro e non quelli che ogni anno “passano” le varie agenzie di booking. Ed anche questa è una scelta coraggiosa. Lo stesso si può dire del fatto di dare spazio a nuove proposte di giovani anche poco conosciuti e da loro ritenuti validi. Alcuni di questi giovani delle precedenti edizioni sono cresciuti tanto da diventare una delle realtà più interessanti del blues romano come i Dead Shrimp.

Foto di Luca Prospero

Foto di Luca Prospero

La serata cui ho assistito è quella di apertura giovedì 28 maggio che vede come opening act il set acustico di Dan De Vita ospitato in un piccolo padiglione con un pubblico attento e molto partecipe. Il giovane musicista romano presenta un set interessante e molto intimista ed a cavallo tra il cantautorato west coast ed il blues. A seguire nel padiglione più grande si prepara The Blues Against Youth, che al di là del nome è un altro one man band ( anche se in alcuni brani è accompagnato da un altro musicista) . Il musicista, reduce da una lunga tournee europea si accompagna in un ruvido blues contaminato dal rock e country (nella scaletta anche una canzone di Hank Williams), molto apprezzato dall’eterogeneo pubblico in sala. L’ultimo a esibirsi nella giornata di apertura è il musicista C.W. Stoneking che presenta il suo nuovo cd “Gon’ Boogaloo” in formazione con due coriste, un bassista e batterista. Conoscevo già la musica dell’australiano, a farmelo conoscere l’amico Lino Muoio, mandolinista dei Blue Stuff.  Ed Infatti lo stesso Lino è presente in prima fila ad ascoltare lo show e godersi la strana miscela di generi musicali proposti dall’artista. Musica molto originale ma con molti echi antichi e difficile da catalogare.

Ho chiesto all’amico Lino alcune considerazioni sulla esibizione del musicista australiano. In particolare cosa abbia apprezzato del suo modo di fare musica. “Le idee, l’originalità e l’anticonformismo vero e non costruito. E’ uno storyteller puro a cui non interessano le etichette e gli stili per identificare la sua musica – continua Lino – “ Chiedetevi da quando in un concerto Blues non vedevate due coriste giovani che non tirano acuti al fulmicotone ma che si integrano in arrangiamenti volutamente old style in modo sopraffino… Infine quello che mi affascina è l’utilizzo della batteria come strumento più percussivo che ritmico . “ A fine concerto lo stesso Lino da buon “fan “ ha avvicinato Stoneking facendosi autografare i cd (possiede l’intera discografia) e regalandogli il suo “Mandolin Blues “ che gli ha spiegato essere stato molto ispirato nei suoni e per alcune idee, proprio dai ripetuti ascolti dell’ album “Jungle Blues “di Stoneking.

Watermelon Slim @ 11th Mojo Station Blues Festival - Roma 2015

Watermelon Slim @ 11th Mojo Station Blues Festival – Roma 2015

La serata successiva vede l’opening act guidato dalla brava cantante abruzzese Paola Ronci con The Hay Bale Stompers (Antonio Marianella batteria Stefano Ronchi resofonica e voce, Federico Ullo contrabbasso), a seguire i misteriosi The Cyborgs, per chiudere con Watermelon Slim accompagnato dal duo italiano Made In Blues (Massimo Bevilacqua e Delia Morelli). Indubbiamente la presenza di Watermelon Slim è uno dei fiori all’occhiello del Festival. Grazie al lavoro di Massimo Bevilacqua che, alcuni anni fa, trovandosi a suonare a Clarksdale aveva incontrato Slim. Di fronte al desiderio di quest’ultimo di venire in Italia, Massimo non ha perso tempo ed in collaborazione appunto con gli amici del Mojo Station ha fatto sì che il pubblico romano ed italiano potesse assistere al concerto di uno degli artisti blues più “ veri” di questi ultimi tempi. Non è da meno la terza serata che vede l’apertura dei River Of Gennargentu, il ritorno sul palco dei romani Dead Shrimp (che hanno presentato alcuni brani dal nuovo cd in fase di realizzazione) ed il cantante e chitarrista dei North Mississippi Allstars, Luther Dickinson, uno dei nomi al top della musica blues oriented. Luther viene accompagnato alla batteria in tutte le sue date italiane da Gianluca Giannasso, batterista dei Dead Shrimp. Ho fatto due chiacchiere anche con Gianluca. Il batterista si dichiara entusiasta dell’esperienza vissuta con il musicista americano. Quattro live in giro per l’Italia vissuti con grande emozione , con la presenza di grandi ospiti come  Angelo Leadbelly Rossi, Veronica Sbergia, Marco Pandolfi . Particolarmente emozionante , ricorda Gianluca,  quando nella serata romana i “suoi “ gamberetti si sono uniti in jam con lui e Luther.

 

Gianni Franchi

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